Geopolitica nell’Est europeo, un affresco di Alessandro Duce (seconda parte)
Putin che discorso fa con Biden, come lo imposta?
C’è un aspetto politico meno noto. Putin mette sul tavolo un argomento che non è stato ripreso perché la gente non segue, non legge. In occasione della crisi di Cuba dell’ottobre 1962 questa era uno Stato indipendente e sovrano sotto il regime di Castro e non confinava neanche con gli Stati Uniti perché c’era un braccio di mare. Gli Stati Uniti dissero: noi non possiamo accettare che ci siano missili nucleari adeguati ad un’azione offensiva fino all’interno degli Stati Uniti. Alla fine Krusciov ha accettato di ritirarli anche se Cuba era uno Stato sovrano. Allo stesso modo Putin dice: voi dovete capire che per noi l’Ucraina armata è un pericolo.
Dovete accettare che l’Ucraina non entri nella NATO e non installi armamenti di questo tipo. Ricambiate in Ucraina quello che ha fatto Krusciov a Cuba.
Quello che fece Kennedy viene riproposto da Putin?
Esattamente questo. Guardando all’aspetto geopolitico bisogna tenere presente che a differenza di altre Regioni l’Ucraina si incunea profondamente in Russia.
Putin il luglio scorso ha presentato uno scritto che non è stato ripreso in Italia sull’unità storica tra Russi e Ucraini in cui si rappresenta la storia fra i due popoli, la dipendenza energetica, le tradizioni, la letteratura. Si tratterebbe per lui di una eredità indivisibile.
L’Unione Europea che può fare, come può agire?
I Paesi dell’Unione europea hanno posizioni diverse nei confronti sia della Russia sia del problema ucraino. Ci sono i Paesi baltici ed altri Paesi che hanno al loro interno importanti minoranze russe, i quali temono che cosi come è stato fatto con la Crimea e queste due regioni un domani la Russia possa farlo anche nei loro confronti. Poi ci sono Polonia e Romania che hanno avuto insediamenti sia di carattere radaristico sia missilistico da parte della Nato che ha mandato su tutte le furie Putin (“a cosa serve avere armamenti puntati contro di noi se noi non vi minacciamo”). Dalla Nato sono stati giustificati come mezzi contro il terrorismo.
E gli altri Paesi come hanno reagito?
Gli altri paesi hanno approvato sanzioni dopo l’attacco alla Crimea. Al momento noi stiamo aspettando di sapere cosa deciderà la commissione europea. Starebbe mettendo a punto un piano per respingere le pressioni e le coercizioni nei confronti di uno Stato terzo da parte di un’altra potenza. Stanno esaminando quali potrebbero essere le reazioni in caso di pressioni da parte della Russia nei confronti di altri Stati e nella fattispecie dell’Ucraina. Gli Stati Uniti hanno precisato che non sarebbe accettata un’iniziativa militare nei confronti dell’Ucraina e nel caso avvenisse Biden ha detto che sarebbero adottate misure adeguate non l’invio di truppe, ma forniture di armamenti per rafforzare le difese ucraine.
Ci sono diverse opinioni a questo riguardo?
Secondo alcuni analisti, questa operazione contro l’Ucraina ammassamento delle truppe ecc. sia da mettere in relazione alle pressioni cinesi su Taiwan. Per cui i due Paesi avrebbero trovato un accordo che i russi danno una zampata all’Ucraina limitatamente a quello che ho detto, i cinesi verranno a Taiwan per cui gli Stati Uniti si troverebbero in difficoltà a rispondere su due fronti.
Come se ne esce allora?
La principale misura sarebbe di escludere la Russia dal circuito SWIFT (sulle transazioni finanziarie) che comporterebbe conseguenze, come bloccare la convertibilità del rublo, sui finanziamenti per le società petrolifere compresa Gazprom e sulle banche di Stato russe, mantenendo inoperante il gasdotto North Stream che collega la Russia alla Germania, che è ultimato ma non è operativo. Sarebbe un doppio danno: alla Russia per i ricavi energetici e all’Europa per le forniture di gas.
Ci avviamo alla conclusione di questa lunga conversazione. Non si possono affrontare questioni complesse di politica per slogan come riscontriamo nei media. Gli argomenti di Putin vanno studiati. E sulla Polonia? L’immigrazione è un capitolo diverso e va affrontato separatamente.
Non è stato forse un errore l’allargamento verso Est sia dell’Unione europea sia della Nato?
L’allargamento dell’Unione Europea è stato un errore perché c’è stata un’ apertura affrettata. Tutto è stato molto rapido così come per l’Euro. Tutti volevano essere ricordati nella Storia, ma con le aperture c’è stato un cocktail difficile da gestire. La Unione a 27 Stati ha problemi di funzionamento soprattutto se non si afferma in tutti gli Stati la divisione dei poteri; non si può accettare di camminare con chi schiaccia il potere giudiziario, legislativo che è fondamentale in un sistema democratico, altrimenti torniamo ai sistemi assolutistici e autocratici.
*Senatore nella XIV e nella XV legislatura