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    Bce, Lagarde: tra incertezza e flessibilità

    Bce, Lagarde: tra incertezza e flessibilità
    Mentre la Fed accelera il tapering, la Bce lascia invariati i tassi e Christine Lagarde ribadisce l’importanza di mantenere un atteggiamento di flessibilità sulla politica monetaria viste le prospettive economiche incerte.
    Nella mattinata di ieri le borse europee, sulla scia delle chiusure positive degli indici americani del giorno prima, hanno segnato rialzi superiori al punto percentuale nonostante mercoledì sera la Federal Rerserve abbia deciso di accelerare il ritmo di acquisti di asset  a 30 miliardi di dollari al mese con l’obiettivo di porre fine al QE entro marzo anziché giugno. Per il presidente Jerome Powell il recupero economico giustifica un tapering più rapido. Il n.1 della Fed ha ribadito che la variante Omicron sta creando molta incertezza e l’inflazione rimarrà alta più a lungo del previsto. Nel frattempo il Fomc, (Federal Open Market Committee, cioè il comitato della Fed che si occupa di decisioni di politica monetaria) si attende un triplice rialzo dei tassi nel 2022. Secondo gli analisti, le borse hanno reagito positivamente in quanto avrebbero apprezzato la chiarezza della banca centrale americana sull’outlook di politica monetaria.
    Nel pomeriggio di ieri è stato annunciato anche l’aggiornamento di politica monetaria della Banca centrale europea che ha mantenuto i tassi di interesse invariati. Il Consiglio direttivo della BCE “ritiene che i progressi nella ripresa economica e verso il suo obiettivo di inflazione a medio termine consentano una graduale riduzione del ritmo degli acquisti di attività nei prossimi trimestri. Ma è ancora necessario un accomodamento monetario affinché l’inflazione si stabilizzi all’obiettivo di inflazione del 2% nel medio termine”.
    La numero uno dell’istituto di Francoforte, Christine Lagarde, ha sottolineato che la ripresa dell’Eurozona sta rallentando e probabilmente lo farà anche nei primi mesi del 2022 per poi riprendere vigore. La presidente della Bce ha inoltre confermato il termine del Pepp a fine marzo affermando tuttavia che è necessario mantenere un atteggiamento flessibile. Insomma, il Pepp potrebbe tornare in caso di forti shock pandemici. Sul fronte inflazione, la Bce ha rivisto fortemente al rialzo la pressione sui prezzi nell’area euro: 2,6% nel 2021, 3,2% nel 2022, 1,8% nel 2023. Durante la conferenza stampa, Lagarde ha ammesso che, nonostante le economie oggi siamo più resilienti, la variante Omicron crea una situazione di forte incertezza, parola, quest’ultima, che ha dominato il discorso della presidente della Bce la quale ha espresso dubbi anche sull’andamento dei prezzi dell’energia nei prossimi trimestri.

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