Variante Omicron: la terza dose va a rilento
Da qualche settimana la variante Omicron tiene banco tra gli opinionisti mediatici ondeggiando tra la minaccia più pericolosa e la possibile immunità di gregge che la velocità di contagio del covid africano potrebbe portare come panacea.
Nel frattempo il Governo e le regioni sono partite con le terze dosi, cosiddette “booster”, cioè rafforzamento del vaccino già inoculato (almeno una dose) nell’89% degli italiani.
In Italia la circolazione della nuova variante del coronavirus è ancora allo 0,2%, ma i falchi del pessimismo da settimane ci avvertono che ci sarà una forte accelerazione. Chissà…
I dati dicono che in effetti in Europa la Omicron stia diventando la variante dominante, comunque con la complicità dell’atteggiamento di gruppi no vax i numeri dei contagi sono in risalita, anche se grazie al vaccino i decessi e i ricoveri in terapia intensiva sono, per quanto pur sempre gravi e drammatici, sotto la soglia di emergenza effettiva.
L’esperienza di questi quasi due anni ha comunque indotto il nostro governo a prorogare di altri tre mesi, fino a fine marzo, lo stato di emergenza introdotto da Conte, imponendo un prolungamento del sistema a zone delle nostre regioni e delle precauzioni sanitarie.
Per chi arriva dall’estero sarà obbligatoria la quarantena di cinque giorni per i non vaccinati e il tampone per tutti.
Comunque sia, la minaccia della variante attuale (sarà l’ultima?) ha sollecitato il governo a riprendere la campagna vaccinale per il richiamo e la sua ulteriore protezione. Va detto che al netto della velocità del virus, questo periodo è caratterizzato dalla fase di decadenza della protezione fornita dalla prima fase vaccinale: senza entrare nel merito se il vaccino ci copra per sei o nove mesi, quel che appare evidente è che la curva della difesa immunitaria vaccinale è in fase discendente. Proprio per questo occorre correre ai ripari con la somministrazione della terza dose grazie alla quale si rafforzerà la protezione sanitaria e la possibilità di mantenere un livello di vita sociale e lavorativa quasi normalizzata.
Sulla base delle informazioni fornite dalle nostre istituzioni sanitarie, si apprende che la somministrazione delle terze dosi sta procedendo in modo spedito, con oltre 3 milioni di vaccini fatti e un ritmo medio giornaliero di oltre 400mila dosi anticovid. Il trend è in crescita e la macchina sanitaria mantiene un livello buono di efficienza.
Nonostante questi dati incoraggianti, è più che mai necessario non perdere tempo, visto che ad oggi il numero dei vaccinati con terza dose rappresenta solo il 22% degli italiani e comprende gli over 80 per il 64%, ma solo il 25% tra i 50-59 anni e il 16% per gli under 50.
Il permanere della situazione di emergenza sta comunque convincendo parecchi no vax – anche per una questione pratica – a vaccinarsi; lo attesta l’incremento costante di prime dosi somministrate su base settimanale.
Per quanto riguarda le misure di sicurezza, come già scritto nei giorni scorsi, permangono le misure già in essere per il distanziamento e le zone a colori, oltre a tamponi a prezzi calmierati e l’obbligo del Green pass sui mezzi pubblici e nei locali al chiuso.
Nel frattempo, il generale Figliuolo fresco di riconferma, sta operando per avviare il passaggio verso la fuoriuscita dallo stato di emergenza che, si spera, possa davvero verificarsi nella prossima primavera, ben consapevoli che un vero ritorno alla normalità avrà bisogno di molto più tempo, soprattutto a livello di percezione e di sicurezza emotiva.
Pietro Broccanello