Tamponi Covid: cosa bisogna sapere
In questa fase di recrudescenza del virus nella variante Omicron, tra green pass e terza dose, il rischio di contagio o di contatto con persone contagiate, torna di grande attualità il ricorso al tampone per verificare la propria positività o meno.
Non solo i fanatici no vax, ma anche chi deve viaggiare o ha figli a scuola, deve orientarsi in una pletora crescente di strumenti di protezione e di prevenzione.
Ma è bene evitare comportamenti superficiali che spesso possono rivelarsi erronei.
Quindi, per sfatare il dubbio sulla propria condizione di salute in relazione al virus Covid-19 è bene seguire alcune regole semplici ma fondamentali, per sé e per gli altri.
Qual è il giorno giusto per fare il tampone? Come dobbiamo comportarci in vista delle festività natalizie? La variante Omicron colpisce anche i vaccinati? Sono alcune delle domande più frequenti nei dibattiti ormai sempre più incentrati sul nemico invisibile in mezzo a noi.
Se, ad esempio, si hanno avuti contatti con persone rivelatesi poi positive bisogna scegliere non solo il tampone, ma anche il giorno giusto per evitare un esito “falso negativo” e dunque doppiamente pericoloso. Infatti, a seconda del tempo trascorso dall’ipotetico contagio, i diversi tipi di esami hanno una diversa probabilità di risultare inefficaci.
La carica virale ha una curva di contagio molto variabile nel corso dell’infezione, aumentando progressivamente a distanza di alcuni giorni dal contagio.
La fase più pericolosa per il rischio contagio è quella dell’incubazione, mediamente 3-5 giorni antecedenti l’eventuale manifestazione di sintomi virali.
Di fronte al dubbio derivante da esposizione verso persone rivelatesi poi positive, il test più affidabile è quello effettuato mediante tampone molecolare che nel 90/95% dei casi risulta affidabile dal terzo giorno successivo al contatto con persona infetta. Il tampone molecolare è consigliabile nell’individuare il tasso di positività fino ai 14 giorni successivi l’evento di rischio.
I test antigenici, quelli normalmente effettuati in farmacia, hanno una minor affidabilità, intorno al 60-70% e comunque devono essere effettuati dal quarto al decimo giorno successivo al contatto avuto; diversamente, il rischio di falso negativo si alza notevolmente, rendendo di fatto inefficace il test medesimo.
Vi sono anche fattori soggettivi, al netto della perizia del tecnico che diamo per scontata, che possono incidere in un senso o nell’altro, ma sempre con esiti non veritieri.
C’è poi il test eseguito mediante prelievo di sangue, cosiddetto sierologico. Quest’ultimo risulta sicuramente molto affidabile, ma a partire dal nono giorno e fino a un mese dal contagio, in quanto rileva la presenza di anticorpi IgM e IgG che necessitano di più tempo per formarsi e diventare quindi sentinelle attendibili.
Qualunque sia il metodo prescelto, si può affermare che l’uso diffuso di test su ampie fette di popolazione, soprattutto localizzate intorno a focolai che dovessero svilupparsi, rappresenta un metodo valido per circoscrivere il fenomeno di diffusione e valutare le azioni da intraprendere eventualmente.
La differenza, come sempre, è data dai comportamenti della popolazione, sia in fase preventiva (distanziamento, mascherina, igiene) sia nel contenere il rischio di portare in giro il virus in fase di dubbio e in attesa dell’esito del tampone prescelto.
L’avvicinarsi delle ormai imminenti festività natalizie può rappresentare un problema serio per il contenimento del contagio e la corsa già iniziata verso il test “liberatutti” è già iniziata, sostituendo la ben più soddisfacente corsa agli ultimi regali o ai saldi nei negozi.
In questi giorni anche i test autosomministrati, decisamente inaffidabili e sconsigliati, sono introvabili e, ne siamo certi, nei prossimi giorni il costo di qualsiasi test è destinato a salire drasticamente, secondo la più elementare regola del mercato.
Le farmacie sono santuari presi d’assalto, segno del cambiare dei tempi; e sicuramente non potranno soddisfare il desiderio di sentirsi “libero e pulito” di ciascun avventore che intenda farsi certificare come non untore.
Insomma, alla strenna natalizia si è sostituita la corsa al tampone, ma senza buon senso non sarà sufficiente a farci uscire dal tunnel della pandemia.
Pietro Broccanello