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    PNRR, IL PUNTO CON IL DOTT. VILLA E IL DOTT. LANZILLO DI DELOITTE

    PNRR, IL PUNTO CON IL DOTT. VILLA E IL DOTT. LANZILLO DI DELOITTE

    Le sfide del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono ormai iniziate. Oggi facciamo il punto con il dott. Ranieri Villa, e il dott. Ernesto Lanzillo, entrambi partner del Network Deloitte in Italia; Deloitte è un network di servizi di consulenza multidisciplinare che opera in 150 paesi nel mondo ed è il primo network mondiale di servizi di consulenza alle imprese con oltre 345.000 dipendenti; opera in Italia con più di 9.000 dipendenti su 24 sedi.

    Buongiorno e grazie per l’incontro. Partiamo da una breve presentazione.

    Sono Ranieri Villa e sono socio dello Studio Tributario e Societario Deloitte responsabile nazionale per Italia, Grecia e Malta della linea di servizio Incentivi Governativi. Il mio compito è quello di assistere le imprese nella fase di individuazione degli incentivi sia a livello nazionale che internazionale, qualora abbiano delle presenze anche in altri Paesi. Negli anni sono sempre emerse numerose possibilità di poter accedere agli incentivi e con Deloitte offriamo la possibilità di cogliere tutte le opportunità, italiane ed estere.

    Mi chiamo Ernesto Lanzillo e sono responsabile della soluzione Deloitte Private in Italia e per l’area Centro Mediterranea (Italia Grecia e Malta). Deloitte Private – che in Italia si identifica con un brand distinto da Deloitte a partire dal 2018 – offre servizi di consulenza multidisciplinare (audit dei bilanci e della comunicazione finanziaria, fiscale e legale, governance e risk management, corporate finance, consulenza strategica, tecnologica, digitale e organizzativa, outsourcing di funzioni aziendali) alle piccole e medie imprese, alle imprese familiari e alle famiglie. In Italia, in relazione al numero di imprese iscritte al registro delle imprese, il 99,8% ricade nelle PMI, ecco perché è fondamentale non pensare esclusivamente alle grandi aziende ed è stato quindi lanciato un brand Deloitte specifico per connotarne la peculiarità del segmento di mercato a cui è destinato.

    Parliamo del PNRR e dei 230 miliardi che giungeranno dall’UE. Dott. Lanzillo, cosa ne pensa?

    Il problema sarà quello di utilizzare bene le risorse che sono arrivate e che arriveranno. È su questo punto che il sistema si è inceppato nel passato, e sarebbe una grande perdita quella di non sfruttare le opportunità del Next Generation EU. È una grande occasione; si tratta del più grande piano di ripresa dopo il piano Marshall. Nel recente passato non possiamo certo dire che non siano arrivati contributi e incentivi dall’Unione Europea. C’erano, certo, ma l’Italia per colpa della lentezza burocratica e delle carenze infrastrutturali di digitalizzazione non ha usufruito delle risorse a disposizione. Il PNRR rappresenta un’importante occasione, ma bisogna sottolineare che dei 230 miliardi, solo una parte sarà fruibile direttamente da parte delle aziende sotto forma di sgravi ed incentivi; la maggior parte saranno ancorate alle riforme strutturali che pubblica amministrazione e istituzioni andranno a porre in essere a beneficio delle aziende e della collettività. La cosa fondamentale sarà sfruttare bene questi finanziamenti a fondo perduto ed a debito, perché con le azioni corrette si possono generare importanti effetti moltiplicativi.

    Dott. Villa, qual è invece la sua opinione?

    Condivido totalmente quanto detto. 235 miliardi sono una cifra importante, ma bisogna porre attenzione a come questi si compongono. Solo 204 infatti arrivano dall’UE – essendo i restanti 31 provenienti da fondi interni – e di questi 204 provenienti dalla UE 15 sono destinati all’emergenza sanitaria ma dei restanti 192 solo 70 saranno sovvenzioni a fondo perduto; il resto dovremo restituirlo perché a debito. Certo, 70 miliardi non sono affatto pochi; vanno utilizzati adeguatamente quindi non vanno spesi ma vanno investiti.

    È bene inoltre sottolineare che la cifra totale è per ora solo potenziale. La prima tranche – che poi sarebbe un acconto – è di circa 23 miliardi e ci è pervenuta lo scorso 13 agosto; la prossima dead line sarà il 31 dicembre e se i vari punti del piano non saranno raggiunti, in maniera soddisfacente, ad ogni scadenza gli obiettivi intermedi (che saranno ogni sei mesi), i fondi non saranno erogati. I primi 51 obiettivi che erano previsti al 31 dicembre 2021 sono stati raggiunti ma anche grazie al fatto che l’Italia ha rifinanziato programmi esistenti.

    In ogni caso, però, bisogna dire che le imprese avranno grandi opportunità. Opportunità che l’Italia ha sempre poco sfruttato, perché non si è mai distinta per investimenti nei fondi della UE. Il compito è quello di cercare di prenderli, rendendoli da potenziali a effettivi, e soprattutto di investirli come si deve, perché ricordiamo che se non saranno raggiunti adeguatamente gli obiettivi del piano entro il 30 giugno 2026 i fondi dovranno essere restituiti. E mi ripeto dicendo che se questi fondi anziché essere investiti saranno semplicemente spesi, non si creerà valore aggiunto e il rischio sarà poi quello di non avere la capacità di restituirlo.

    L’augurio e l’auspicio è quello che si possano realizzare i progetti utili al Paese.

    Andrea Valsecchi

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