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    La depressione nell’anziano

    La depressione nell’anziano
    Martedì 8 febbraio alle ore 21, l’Accademia di Medicina di Torino terrà una riunione scientifica, sia in presenza, sia in modalità webinar, dal titolo “La depressione nell’anziano. L’incontro verrà introdotto da Francesco Scaroina, Primario emerito di Medicina Generale e Segretario generale dell’Accademia. I relatori saranno Vincenzo Villari, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale e della Struttura Complessa Psichiatria e socio dell’Accademia e Gianluca Isaia, Geriatra presso l’Ospedale Molinette di Torino e prossimo Presidente della Società di Geriatria e Gerontologia Piemonte Valle d’Aosta. Entrambi prestano servizio preso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino.
    Il dott. Villari tratterà il tema della depressione come uno dei principali problemi di sanità pubblica e una delle condizioni cliniche con cui più frequentemente devono confrontarsi sia i Medici di medicina generale sia gli specialisti.
    Tale malattia, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come prima causa di disabilità a livello mondiale, riguarda circa 3 milioni di italiani, di cui circa 1 milione soffre della forma più grave, la depressione maggiore.
    Nel complesso il 15-20% delle persone va incontro a uno stato depressivo nel corso della vita con una differenza di genere significativa (il tasso di depressione femminile è quasi doppio rispetto a quello maschile). Importante anche l’impatto dell’età e della salute generale (aumento considerevole della depressione negli anziani e negli ammalati cronici).
    Il dott. Isaia focalizzerà l’attenzione sullaprescrizione di ansiolitici e antidepressivi che ha subito un incremento significativo negli ultimi dieci anni e sui principali destinatari di tali farmaci, gli over sessantacinquenni. Questa fetta di popolazione è spesso caratterizzata da altre numerose problematiche sanitarie e sociali che favoriscono l’insorgenza di deflessione timica, ma non sempre l’approccio farmacologico risulta efficace. In particolare, ad esempio, le persone affette da deficit cognitivi lievi o moderati sembrano rispondere meno alla terapia antidepressiva. Inoltre, gli over sessantacinquenni sono anche coloro che assumono un numero consistentemente maggiore di farmaci per altre patologie differenti da quelle strettamente legate all’umore. Se poi consideriamo che tanto più è elevato il numero di farmaci prescritti ad una persona, tanto maggiore sarà la probabilità che questa persona non assuma tutti i farmaci, è facile dedurre come la prescrizione di un antidepressivo o un ansiolitico debba essere ponderata più che in altre fasce di età. Il medico deve dunque valutare singolarmente ogni terapia in relazione al beneficio atteso e all’aderenza terapeutica prevista.
    Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino (via Po 18, Torino), previa prenotazione da effettuare via mail all’indirizzo accademia.medicina@unito.it e dietro presentazione del Green Pass, sia collegandosi da remoto al sito www.accademiadimedicina.unito.it.

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