Piscine: indetto sciopero per domenica 6 febbraio. Spinelli (Assopiscine): “Situazione drammatica”
Quasi due anni di pandemia, le restrizioni covid e ora il caro bollette stanno mettendo in ginocchio il settore degli impianti natatori. Il grido d’allarme dei gestori che lanciano uno sciopero per domenica 6 febbraio. L’intervista a Pierre Spinelli, di Assopiscine.
Gli effetti di due anni di restrizioni covid continuano a farsi sentire sul tessuto imprenditoriale italiano, con alcune realtà che sono state maggiormente penalizzate di altre. È il caso delle piscine che secondo il Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori, è un comparto “che sembra non interessare a nessuno”, motivo per cui domenica 6 febbraio è stato indetto un giorno di chiusura per protestare visto che la situazione risulta insostenibile per molti impianti.
L’Informatore ha raggiunto Pierre Spinelli di Assopiscine, per un commento. Come è nata questa iniziativa?
“Gli impianti sportivi e le piscine pubbliche sono state tartassate durante la pandemia a causa delle chiusure prolungate. In 23 mesi di pandemia le piscine sono rimaste chiuse 10 mesi tra i vari stop e i diversi lockdown. La conseguenza è stato un crollo dei fatturati annuali: in media abbiamo osservato un calo del 50/60%. La situazione è insostenibile”.
I ristori non hanno aiutato?
“I ristori (se così si possono chiamare), vanno a coprire il 3/5% dei ricavi annuali. A ciò bisogna aggiungere il famoso aumento di utenze e bollette: è la goccia che ha fatto traboccare tutto perché già si arrivava da una situazione complicata. Al momento ci sono ancora gli ingressi contingentati che riducono le presenze di più della metà”.
Le istituzioni quindi non hanno fatto abbastanza per il settore?
Spinelli: “Varie associazioni di gestione e la filiera delle piscine ha deciso di dire basta. Ci sono state delle lettere al governo e ai presidenti di regione nel corso dei mesi, da tutta Italia, ma il riscontro è stato praticamente nullo”.
Lo ‘sciopero’ di domenica quindi è l’extrema ratio?
“Il 6 febbraio si terrà una serrata: è la nostra ultima carta. Tante piscine in tutta Italia chiudono e numerose realtà, da nord a sud, stanno aderendo all’iniziativa. Può anche essere che lo sciopero crei dei disservizi per i clienti ma è un segnale forte che mandiamo al governo”.
Secondo quanto riporta il Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori, all’inizio del 2022 la situazione degli impianti è drammatica in quanto i rialzi dei prezzi energetici rischiano di mettere definitivamente in ginocchio diverse realtà. L’associazione sottolinea come in un impianto di media dimensione si registravano circa 20.000 euro di utenze mensili, mentre oggi questa cifra è salita a 30.000 euro, cioè “120.00’€ di rincari annui su un singolo impianto”.
Tra le soluzioni proposte dall’associazione c’è l’estensione dell’Ecobonus 110% agli impianti natatori per aiutare e sostenere l’ammodernamento degli impianti sotto il profilo dell’efficientamento energetico, oltre all’inserimento delle piscine negli aiuti previsti dal Mise per gli impianti energivori al fine di far fronte al caro bollette.
Redazione