Mattarella e l’urgenza di una riforma della giustizia
Hanno colpito nel segno le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla necessità di giungere a una riforma della Csm e della giustizia, affinché magistratura e avvocatura possano recuperare “prestigio e credibilità”.
Tra i tanti temi toccati da Sergio Mattarella in occasione del suo discorso di giuramento alle Camere, quello della giustizia ha suscitato forti reazioni. Il presidente ha parlato per circa 40 minuti ed è stato interrotto numerose volte dagli applausi dei parlamentari (ne sono stati contati circa 50) e non sono passate inosservate le parole spese riguardo alla riforma della giustizia, accolte con particolare entusiasmo nei banchi del centrodestra.
Nessuno si aspettava che Mattarella si cimentasse in una reprimenda dell’incapacità dei partiti di accordarsi per trovare un suo successore al Colle, come è successo nel caso del Napolitano Bis. Eppure il Presidente della Repubblica non si è risparmiato su alcuni temi caldi, rivolgendo un saluto alle magistrature, definite “elemento fondamentale del sistema costituzionale e della vita della nostra società”, ma aggiungendo subito che è necessario un “profondo processo riformatore” sul versante della giustizia in quanto “per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività”.
Mattarella ha deciso di mandare un messaggio ben preciso quando ha affermato che “’i cittadini devono poter nutrire convintamente fiducia e non diffidenza verso la giustizia e l’Ordine giudiziario. Neppure devono avvertire timore per il rischio di decisioni arbitrarie o imprevedibili che, in contrasto con la doverosa certezza del diritto, incidono sulla vita delle persone”. Parole difficili da fraintendere soprattutto dal momento che il presidente ha chiuso la sua ‘sollecitazione’ ad un’azione riformatrice ricordando che “la magistratura e l’avvocatura sono chiamate ad assicurare che il processo riformatore si realizzi, facendo recuperare appieno prestigio e credibilità alla funzione giustizia, allineandola agli standard europei”.
Proprio nel giorno del giuramento, secondo alcune indiscrezioni, il premier Draghi ha incontrato la ministra della Giustizia Marta Cartabia, per discutere della riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che dovrebbe arrivare in aula a marzo. Le parole di Mattarella sono arrivate chiare e forti ai partiti e ieri Giuseppe Conte ha incontrato Draghi a Palazzo Chigi, riferendo di aver parlato anche di giustizia e della riforma del CSM: “Noi Movimento chiediamo che ci sia una importante e chiara differenziazione di ruoli tra politica e magistrature, no alle porte comunicanti, non ce le possiamo permettere” ha affermato l’ex premier.
A livello istituzionale, il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, in un’intervista al Tgcom24, ha affermato che Mattarella nel suo discorso ha evidenziato l’urgenza “di intervenire drasticamente per far sì che indipendenza e autonomia dei giudici trovino nella centralità e tutela dei cittadini la verifica della loro effettività”. L’obiettivo è arrivare a una rapida approvazione di una riforma complessiva dal momento che per Sisto “è interesse di tutti che la nostra magistratura recuperi prestigio e smalto, a garanzia dei percorsi virtuosi della democrazia”.
Simone Fausti