Crescita: stime più caute per il 2022
L’Ufficio parlamentare di Bilancio ha pubblicato stime di crescita più conservative per il 2022 rispetto a quelle della Nadef. Recrudescenza della pandemia, inflazione e problemi alle supply chain tra le insidie maggiori
Se il 2021 si è chiuso con un certo entusiasmo per le previsioni di crescita del Pil italiano, nel 2022 alcune stime hanno intrapreso un percorso decisamente più cauto. L’Ufficio parlamentare di Bilancio ha pubblicato la Nota sulla congiuntura di febbraio in cui prevede che per quest’anno l’attività economica continuerà a espandersi, ma ‘solo’ del 3,9%, ben lontano dal +4,7% stimato dalla Nadef in autunno. In generale, il primo trimestre sarà molto debole a causa della recrudescenza pandemica, mentre in primavera la crescita dovrebbe irrobustirsi per raggiungere i livelli di fine 2019 entro la fine del semestre.
La variante Omicron e i colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento globali sono i due freni principali all’attività produttiva. A ciò si aggiunge la volatilità dei prezzi delle materie prime e quelli che vengono definiti rischi “ormai strutturali” di tensioni geopolitiche e di eventi naturali avversi. Ecco allora che alla performance oltre alle attese del 2021 (con il Pil che è rimbalzato del 6,5%, contro un crollo del 8,9% nel 2020), si contrappone un 2022 con maggiori insidie, soprattutto sul fronte dell’inflazione. La Nota rileva come l’inflazione al consumo abbia raggiunto in media d’anno l’1,9%, il valore più elevato dal 2012, nonostante sia minore rispetto a quella dell’area euro. A gennaio l’inflazione è cresciuta del 4,8% su base annua e pure la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha ammesso che nel breve periodo la pressione sui prezzi è vista al rialzo.
Secondo le stime dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, nel 2023 il Pil proseguirebbe il graduale percorso di normalizzazione, rallentando all’1,9%. Tuttavia, tali previsioni si basano anche sull’assunto di una completa attuazione dei piani di investimento del PNRR e proprio ieri il Ministero della Transizione Ecologica (Mite) e quello delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) hanno fatto sapere che tutto procede senza ritardi sul fronte del raggiungimento degli obiettivi del PNRR, smentendo alcune notizie secondo le quali i ministri Cingolani e Giovannini sarebbero in difficoltà nello svolgimento del percorso del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Mite ha spiegato che a fine dicembre erano stati centrati tutti e 7 gli obiettivi previsti e di essere nei tempi per conseguire gli altri 11 previsti per fine giugno. Sulla stessa linea anche il Mims che ha sottolineato come nel 2021 abbia distribuito il 98% delle risorse a enti attuatori e anticipato due riforme previste per quest’anno.
Redazione