LOS ANGELES E LA PIAGA DEGLI HOMELESS IN CALIFORNIA
Che gli Stati Uniti d’America, e la California in particolare, siano da sempre terra di contrasti non è certo una scoperta di oggi. La patria del capitalismo sfrenato, in cui il welfare state è pressoché inesistente e dove l’ascensore sociale la fa da padrone, non può non fare i conti con ciò che la quotidiana realtà effettivamente mostra, cruda e priva di ogni sceneggiatura hollywoodiana. È la terra dove ad inizio ‘900 si affermò il proibizionismo, che con il XVIII emendamento e il Volstead Act mise al bando l’alcol, ma anche la terra dove oggi è quasi ovunque vietato fumare normali sigarette, salvo concedere e vendere liberamente marijuana. È la terra dove se si cammina liberamente per strada con una bottiglia di birra in mano si rischiano fino a cinque giorni di prigione, ma acquistare un’arma al supermercato è sostanzialmente alla portata di tutti. Anche questa è la California, ed è proprio qui, nella terra delle mille opportunità, che si cela il più grande problema dell’umanità, quello dei senzatetto. Nella contea di LA, che è grande circa come il Trentino-Alto Adige, ci sono oltre 60mila homeless, di cui 5mila bambini e 4mila anziani. Circa un terzo ha gravi patologie psichiatriche, e la quasi totalità abusa di sostanze stupefacenti. Le cause? Sono le più vaste.
I cittadini di Los Angeles imputano in primis alla politica la responsabilità principale, per via della totale assenza di servizi sociali e di adeguate misure volte a combattere un problema che negli ultimi anni è in costante aumento. Tutto ciò nonostante nel novembre 2016 e nel marzo 2017 avessero votato a favore (addirittura) di un aumento delle tasse per finanziare un programma da 4,7 miliardi di dollari per la costruzione di alloggi e servizi sociali.
Poi non sono da meno i motivi sociali – data la grandissima facilità con cui è possibile reperire sostanze stupefacenti – ma anche culturali. Negli Stati Uniti, a differenza dell’Europa, i valori tradizionali che ci legano ad un territorio, alla famiglia, ad una particolare etica, sono completamente differenti. È del tutto assente l’attaccamento alle radici che caratterizza l’uomo europeo, essendo gli USA terra di migrazione e immigrazione per eccellenza. Una società, cioè, in cui la troppa eterogeneità non consente ai vari tessuti sociali di amalgamarsi adeguatamente, portando la nave necessariamente a fare acqua, a poco a poco, da una parte o dall’altra. E l’eterogeneità riguarda tutti i campi dell’essere, dalla cultura in senso lato, allo stile di vita, alle origini, alla religione. Basta attraversare una delle principali arterie di LA e guardare fuori dal finestrino per poter vedere, ad esempio, chiese di ogni genere nel giro di pochi isolati: chiese cattoliche tradizionali, chiese cattoliche orientali, chiese protestanti, metodiste, evangeliche, luterane, presbiteriane, core church (quelle dove la Messa è una sorta di concerto), eccetera, eccetera. E stiamo parlando solo di cristianesimo. Si tratta di uno dei tanti esempi che caratterizzano.
Non sono infine da sottovalutare i moltissimi americani che per scelta decidono di vivere per strada, ma non possono che essere la minoranza.
La competizione e la mobilità di una società che non perdona continuano a farla da padrone oltreoceano, fino a concederci immagini che tutti vorremmo risparmiarci. Sì, perché a Los Angeles gli homeless non sono affatto confinanti in quartieri ghetto o in zone poco raccomandabili della città. Si possono quotidianamente trovare sulla affollatissima Walk of Fame, abbandonati tra una stella e l’altra di qualche celebrità internazionale, oppure a pochi passi dalle ricercatissime Venice Beach e Santa Monica. La condotta dei senzatetto non preoccupa la popolazione: non chiedono l’elemosina, non importunano i turisti, non disturbano le attività, ma recano forse un danno più grande ad una società che all’immagine e alla perfezione tiene eccome. È l’altra faccia di Hollywood, quella che non ci viene mai raccontata, ma che purtroppo sta prendendo il sopravvento. E nonostante questo, da quando il sindaco democratico Eric Garcetti è entrato in carica, gli homeless sono cresciuti di anno in anno, segnando un incremento che è quasi del 50%.
Fra i cittadini californiani il sentore comune è quello di considerare quella degli homeless la piaga più grande di LA, una ferita che sta diventando sempre più profonda tanto da apparire quasi irreversibile.
La capitale mondiale dell’intrattenimento sta attraversando un disastro umanitario oggi più di ieri, complice anche la crisi dovuta alla pandemia che ha accentuato il processo, visto l’incremento costante degli affitti che ha portato sempre più persone sul lastrico. Oggi gli Stati Uniti rimangono e rimarranno sempre la terra del sogno americano, sempre affascinanti e ricchi di opportunità, di bellezze incontrastate, di paesaggi unici, di uno stile di vita che gli europei possono solo immaginare. Ma di certo, Los Angeles in particolare, ha bisogno di un cambio di passo per tornare ad essere, davvero, la Città degli Angeli.
Andrea Valsecchi