Concessioni spiagge: è scontro con l’Europa
Le concessioni balneari rappresentano un settore importante del settore turistico, vista la naturale conformazione geografica dell’Italia; gli operatori stanno producendo importanti sforzi di investimenti per rendere sempre più attrezzate e attrattive le nostre spiagge, mete sempre gradite ed apprezzate dai turisti.
Piomba come un fulmine a ciel sereno la posizione assunta dal commissario europeo Paolo Gentiloni per il quale «Non si può ignorare il regime di competizione», mettendo in discussione le modalità di concessione dei litorali attualmente in essere. Immediata la replica del Governo che ha fatto sapere tramite i ministri Garavaglia e Giorgetti di aver avviato un’iniziativa legislativa in merito insieme al ministro Gelmini e agli enti locali interessati alla partita.
Obiettivo finale è la messa a punto di una legge che favorisca e tuteli gli investimenti degli operatori consentendo loro di pianificare il futuro delle gestioni balneari e dei servizi ad esse connessi.
Il caso è scoppiato con le parole di Gentiloni il quale ha affermato che la Commissione ritiene necessario provvedere alla riassegnazione delle concessioni mediante gare pubbliche, rispettando gli investimenti fatti, ma senza per questo favorire nessuno. Operazione per nulla semplice da attuare.
A prevalere, secondo il commissario UE, deve essere il principio di libertà di concorrenza e quindi di massima trasparenza e apertura a tutti i possibili competitor dell’accesso a bandi pubblici ad hoc.
Secondo Gentiloni, questa modalità porterebbe maggiori benefici a tutta l’industria del turismo e soprattutto sarebbe più coerente con un regime di libera concorrenza e di mercato aperto e libero da forme di monopolio.
La replica politica passa dalle parole di Salvini che taccia Gentiloni di essere anti-italiano e di non tener conto del futuro di 30mila imprese e oltre 300mila lavoratori di settore che rischiano di perdere il proprio lavoro. Per questo, è importante garantire il rispetto delle regole di evidenza pubblica e di concorrenza, senza però svendere le nostre spiagge e dimenticare i sacrifici e gli investimenti sostenuti dagli imprenditori balneari.
Anche il numero due di Forza Italia, Antonio Tajani, protesta contro quella che ha definito una vera e propria invasione di campo a tutela di interessi extra-italiani. In particolare, da parlamentare europeo di lungo corso, stigmatizza l’erronea applicazione della Direttiva Bolkenstein (testo di riferimento per il libero mercato dell’UE), che non prevede forme di tutela degli imprenditori e degli investimenti fatti nel tempo.
Per il coordinatore nazionale azzurro è fondamentale che vi siano regole chiare che attuino un equilibrato bilanciamento tra mercato e tutela delle imprese.
Intanto procedono i lavori al tavolo che coinvolge nel confronto col governo le Regioni, Anci e Upi e con il ministro Gelmini impegnata a fare sintesi tra le diverse istanze per garantire gli interessi degli imprenditori, il lavoro dei tecnici ministeriali e le regole di libera concorrenza, onde evitare di incorrere in procedure di infrazione che l’UE potrebbe comminare all’Italia.
L’esecutivo, secondo quanto assicurato dal ministro, «avanzerà una proposta e prima del Consiglio dei ministri che deciderà sulla vicenda delle concessioni demaniali sarà mia cura convocare un nuovo incontro».
Lo scontro, dopo oltre 15 anni di tira e molla, è forse alle battute finali; speriamo si giunga a una posizione equilibrata e che consenta alle nostre imprese di continuare a garantirci spiagge confortevoli e sicure.
Pietro Broccanello