Auto, Acea: a gennaio immatricolazioni Ue in calo del 6%
Gelata per le vendite di auto in Ue a gennaio: il mercato italiano e Stellantis subiscono i cali peggiori. Il Governo all’opera per intervento a sostegno di automotive e filiera
Continua il momento difficile per il settore auto europeo, anche se c’è chi soffre più di altri. Secondo gli ultimi dati dell’Associazione europea dei costruttori di automobili (Acea), a gennaio le immatricolazioni nell’Unione Europea proseguono la fase di calo, registrando un complessivo -6% su base annua, nuovo minimo storico nella regione per il primo mese dell’anno. In totale sono state vendute solamente 682.596 unità. A pesare la carenza di semiconduttori che incide negativamente in tutto il continente.
L’Italia ha registrato una delle performance peggiori con un calo del 19,7%: male anche i colleghi transalpini (-18,6%) mentre la Spagna ha realizzato un modesto aumento (+1,0%). Exploit della Germania che con un +8,5% mette a segno una solida crescita. Per quanto riguarda le singole case automobilistiche, è notte buia in casa Stellantis che ha osservato un calo del 15% a 139.949 unità. Male anche Mercedes-Benz (-14%), Bmw (-9,2%), Volkswagen (-7%) e Renault (-3,5%). In controtendenza Toyota le cui immatricolazioni lo scorso mese sono cresciute del 9,7% e Hyundai che addirittura ha realizzato un balzo del 29%.
A livello nazionale, secondo quanto riportato dal ministro Giorgetti in un’intervista al Sole24Ore, il governo sarebbe pronto per intervenire in sostegno al mondo dell’auto italiano tramite un Fondo unico per il rifinanziamento dell’ecobonus e per interventi a favore della riconversione della filiera. Il tema dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei Ministri oggi: si parla di circa 1 miliardo all’anno anche se ci sono divergenze interne all’esecutivo, con il Mise che intende incentivare anche una parte di modelli diesel e benzina Euro6 mentre parte del Movimento 5 stelle non sarebbe molto d’accordo, nonostante Giorgetti ritenga che favorire solo l’elettrico sia una mossa sbagliata che avvantaggerebbe i produttori stranieri.