CRISI UCRAINA: PUTIN FRENA SULL’INCONTRO CON BIDEN VOLUTO DA MACRON. LE TENSIONI RESTANO ALLE STELLE
Il Presidente russo Vladimir Putin ritiene ancora prematura l’organizzazione di un incontro con il Presidente americano Joe Biden organizzato da Macron per cercare di transire sulla questione Ucraina. Le tensioni sono tutt’altro che scemate.
Il colloquio tra Macron e Putin, durato circa un’ora, si era concluso con l’auspicio da parte del Capo di Stato francese, di organizzare un summit tra USA e Russia, benedetto anche da parte di Washington a patto che non si arrivi ad un invasione dell’Ucraina. Un vertice, però, che resta ancora un’ipotesi dato che è arrivato il no da parte di Mosca. Il Cremlino ritiene infatti che non ci siano ancora le condizioni per un incontro con il Presidente Joe Biden, ma non sono esclusi colloqui informali tra i due leader, nonostante le relazioni stiano intercorrendo a livello ministeriale. E nel frattempo il portavoce di Mosca Peskov ha annunciato la seduta di un Consiglio di sicurezza “esteso” e l’inizio di una serie di colloqui internazionali tra Putin e gli altri leader europei, iniziati già nel pomeriggio di ieri.
Sul fronte americano, invece, dopo la videoconferenza con gli alleati Nato e Ue, Joe Biden è rimasto fermo nel dichiarare che “la Russia dovrà rispondere delle proprie azioni”. “Siamo d’accordo nel sostenere l’Ucraina, e nel continuare gli sforzi diplomatici, e abbiamo affermato il fatto di essere pronti a imporre costi enormi alla Russia qualora dovesse scegliere di portare avanti il conflitto” ha twittato dalla Casa Bianca. Gli Stati Uniti restano quindi pronti a sostenere l’Ucraina ed a portare avanti sforzi diplomatici, ma Biden si dice convinto che Putin abbia preso la decisione di invadere Kiev. La porta della diplomazia potrebbe essere infatti definitivamente chiusa dato che secondo l’intelligence americana i comandanti russi avrebbero già ricevuto l’ordine di invadere, ma per Kamala Harris i dialoghi andranno avanti, nel tentativo di fermare presto ogni possibilità di conflitto. Porte chiuse, a maggior ragione, dopo che secondo i separatisti filo-russi, le forze di Kiev avrebbero ucciso due civili, i primi dalla ripresa dei combattimenti nella regione. Ed ogni incidente come questo rischia di generare tensioni irreversibili e conseguenze drammatiche. Conseguenze che sono ormai sotto gli occhi di tutti: secondo la Cnn i russi avrebbero già schierato il 75% delle loro truppe convenzionali in posizione di attacco (circa 190 mila); un’autobomba è esplosa a poche decine di metri dal palazzo del governo della Repubblica popolare di Donetsk – la repubblica separatista filo-russa in territorio ucraino – fortunatamente senza causare vittime.
Non sappiamo se si riuscirà a porre fine alle tensioni che ormai da tempo stanno caratterizzando i rapporti tra USA e Russia rispetto alla questione ucraina, ma è innegabile il fatto che i nastri della storia sono stati riavvolti fino ai fasti della Guerra Fredda, quando per un nulla, il mondo rischiava lo scontro armato. Certo, perché quello che si sta rischiando in queste ore è che si arrivi ad un casus belli, un pretesto cioè che inneschi la reazione armata. E per arrivare a questo è bastato un solo anno dell’amministrazione democratica dell’ex vice di Obama, il quale in pochi mesi ha fatto rimpiangere l’operato di Trump, durante il quale mai ci si è nemmeno lontanamente avvicinati alle tensioni che stiamo oggi vivendo, con la seria possibilità dell’insorgere di un nuovo sanguinoso conflitto. E mentre la popolarità di Biden è ormai ai minimi, l’ex numero uno della Casa Bianca Donald Trump è tornato a criticarne l’operato: “L’incompetenza di Joe Biden ci sta facendo rischiare una terza guerra mondiale” ha sottolineato il Tycoon, dichiarando che “gli Stati Uniti pretendono di ritornare ad essere rispettati”.
Andrea Valsecchi