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    Lombardia, gennaio nero per gli infortuni sul lavoro: +74,8% sul 2021

    Lombardia, gennaio nero per gli infortuni sul lavoro: +74,8% sul 2021
    L’analisi del dipartimento Salute sicurezza della Cisl regionale sui dati Inail. Como e Sondrio in controtendenza, colpiti dall’aumento degli infortuni tutti i macro-settori. Da Regione Lombardia interventi per implementare prevenzione e sicurezza.
    Con la ripresa produttiva e dei servizi aumentano anche i numeri degli incidenti sul lavoro che in Lombardia, nel solo mese di gennaio 2022, hanno toccato quota 12.794 pari ad un incremento del 74,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma non è tutto, guardando al gennaio 2019, quando erano stati registrati 9.131 infortuni, l’aumento si attesta al 40%. A renderlo noto è il dipartimento Salute sicurezza della Cisl Lombardia che ha elaborato un’analisi del fenomeno sulla base degli ultimi dati forniti dall’Inail.
    L’incremento registrato agli inizi del 2022, rispetto al 2021 – di cui fanno eccezione le province di Como e Sondrio, in controtendenza – riguarda in modo particolare le denunce di infortuni in occasione di lavoro (+ 5.291) rispetto a quelle di infortuni cosiddetti “in itinere (+185), occorsi cioè durante il tragitto di andata e ritorno dall’abitazione al luogo di lavoro o durante gli spostamenti per ragioni lavorative.
    Dall’indagine emerge inoltre l’assenza di un settore in particolare coinvolto nell’aumento degli infortuni. Per la prima volta, infatti, tutti i macro-settori registrano un incremento delle denunce di infortunio rispetto a gennaio 2021. Il terziario che, nei due anni della pandemia aveva registrato un forte calo, non solo vede un incremento su gennaio 2021, ma anche sul gennaio 2019, con 3.229 casi registrati nel 2022. Ad aumentare sono anche le denunce di infortunio per le lavoratrici, passate da 3.374 del gennaio 2021 a 6.909 nel 2022.
    E se a gennaio 2021 erano state 5 le denunce con esito mortale, nel medesimo periodo del 2022 sono salite a 7, di cui 4 verificatesi nel capoluogo lombardo. In calo invece, le denunce di malattie professionali che da 185 del gennaio 2021 passano a 165, la quasi totalità riguardanti la gestione industria e servizi.
    “Come abbiamo già sottolineato, con la ripresa produttiva e dei servizi gli infortuni aumentano anche oltre le possibili stime del tempo di lavoro – sottolinea Pierluigi Rancati, segretario regionale Cisl Lombardia -. A gennaio 2022 gli incidenti sono stati 12.794 contro i 7.318 del 2021 e i 9.131 del 2019, quando ancora la pandemia non condizionava i ritmi delle attività produttive. Numeri che, secondo il segretario regionale, evidenzierebbero “una carenza di prevenzione, con un’insufficiente gestione dei rischi, per mancata formazione e modalità lavorative sempre poco attente alla salute e sicurezza”, sebbene con i dovuti distinguo onde evitare che nel vortice delle accuse finiscano anche le numerose imprese virtuose che si impegnano in prima linea per invertire il trend investendo costantemente in formazione e sviluppo per garantire i più elevati standard di sicurezza nei luoghi di lavoro.
    Nel mirino anche la mancanza di controlli. È pur vero che prima delle recenti nuove assunzioni, gli ispettori del lavoro sono calati di 111 unità nell’arco di sei anni, passando da 794 nel 2014 a 683 nel 2020. Sorte peggiore per gli operatori di Ats che si occupano di controllo e prevenzione, dove in dieci anni le risorse sono passate da 993 nel 2010 a 589 nel 2020. Numeri che hanno fatto scattare interventi da parte della Regione che, a fine dello scorso dicembre, ha approvato – su proposta dell’assessore alla Sicurezza, Riccardo De Corato – lo schema d’Intesa con Anci Lombardia per la promozione di un accordo con gli Enti locali finalizzato ai controlli nei cantieri edili insieme alla Polizia locale in ottica di prevenzione degli incidenti sul lavoro. E, nella stessa direzione, va la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale in tema di salute e sicurezza sul lavoro, grazie alla quale verranno implementate le risorse “per la programmazione e il sostegno di iniziative di prevenzione e di promozione della salute in ogni fascia d’età e in ogni ambiente di lavoro e a garantire piena attuazione del piano di assunzioni e completamento negli organici di Ats dei nuovi dipendenti dedicati alla prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro”.
    Micol Mulè

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