Inps: i chiarimenti sull’Assegno Unico
Con l’inizio di marzo l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico minori di 21 anni è diventato realtà, una misura tramite la quale il Governo ha deciso di riorganizzare il sistema di contributi statali vero le famiglie con figli, in un’ottica di semplificazione. Tale beneficio economico viene erogato sul conto corrente dei genitori tramite bonifico dalla metà di marzo 2022 e spetta a tutti i nuclei famigliari indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori e senza limiti di reddito. L’entità del contributo è calcolata sulla base dell’Isee del nucleo familiare di appartenenza da parte dell’Inps il quale proprio ieri ha pubblicato una nota per chiarire alcuni punti.
Dal primo marzo, infatti, con l’introduzione dell’Assegno Unico, non sono più riconosciute le prestazioni di Assegno per il nucleo familiare (ANF) e di Assegni familiari (AF), riferite ai nuclei familiari con figli e orfanili per i quali subentra la tutela dell’Assegno unico. Tuttavia l’Inps sottolinea come tali prestazioni (An e Anf) continueranno a essere riconosciute a quei nuclei familiari composti unicamente dai coniugi, con esclusione del coniuge legalmente ed effettivamente separato, dai fratelli, dalle sorelle e dai nipoti, di età inferiore a diciotto anni compiuti ovvero senza limiti di età, qualora si trovino, a causa di infermità o difetto fisico o mentale, nell’assoluta e permanente impossibilità di dedicarsi ad un proficuo lavoro, nel caso in cui essi siano orfani di entrambi i genitori e non abbiano conseguito il diritto a pensione ai superstiti.
La nota dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale spiega che nel caso in cui in un nucleo familiare sia presente almeno un figlio a carico con età inferiore ai ventuno anni o un figlio a carico con disabilità (in questo caso senza limiti di età), per il quale si ha diritto all’Assegno Unico, allora non si potrà richiedere l’Anf. Quando invece i figli per i quali si ha diritto all’Assegno Unico compiono ventuno anni, allora si potrà presentare domanda per la prestazione Anf o Af, ma esclusivamente per soggetti diversi dai figli, quali il coniuge o eventuali sorelle, fratelli o nipoti nelle previste condizioni di diritto a prestazioni Anf o Af.
Come riportato dal Sole24Ore, nelle prossime settimane l’Istituto andrà a verificare i requisiti dei richiedenti tramite controlli automatizzati presso dodici banche dati pubbliche in modo da vagliare le 2,7 milioni di domande finora pervenute. Quella dell’Assegno Unico è una riforma a cui il governo tiene particolarmente dal momento che l’intento esplicito è quello di contribuire alla ripresa della natalità in un Paese dove da anni è calato l’inverno demografico, cercando allo stesso tempo di sostenere l’occupazione dei genitori soprattutto sul versante femminile.
Redazione