Ucraina-Russia: fase apparente di stallo
La situazione del conflitto Russia-Ucraina, giunto al 22esimo giorno, registra ancora azioni pesanti di bombardamenti russi nelle città ucraine, che si espandono sempre più su popolazione civile e obiettivi diversificati; alcune delle principali città e diverse zone della capitale Kiev sono ormai completamente devastate dagli attacchi, con il costante esodo di civili ormai giunto a quota tre milioni secondo le stime.
Mentre l’offensiva russa continua a mietere vittime e a esercitare notevole pressione, le iniziative diplomatiche e le dichiarazione dei leader politici di tutto il mondo si moltiplicano e lasciano intravvedere una strisciante ma continua attività diplomatica che, si spera, possa portare almeno alla fine delle ostilità militari.
La Russia appare sempre più isolata, eccezion fatta per la Bielorussia che si è detta pronta a scendere in campo a fianco di Putin qualora l’Ucraina continuasse a resistere militarmente.
Anche la Francia, il cui presidente Macron continua a tenere un filo diretto con il leader del Cremlino, si sta preparando a una possibile “guerra ad alta intensità” ed è convinta che i russi stiano solo fingendo di negoziare.
Il ministro degli esteri ucraino Kuleba ritiene che in questo momento le posizioni tra i due stati in guerra siano molto distanti e lo spazio per un accordo sui 15 punti oggetto dei negoziati è ancora lontano; gli fa eco il Cremlino che si dice impegnato in sforzi colossali per raggiungere un accordo col governo di Kiev sul cessate il fuoco.
Oggi è stata annunciata una telefonata che dovrebbe avvenire domani tra il presidente americano Biden e il capo del governo cinese Xi Jinping, nel corso della quale saranno trattati il tema cruciale degli scambi commerciali nel mercato globale con i relativi interessi e ovviamente la situazione ucraina. L’esito delle relazioni tra USA e Cina potrebbe essere determinante anche sulle sorti del conflitto, poiché un eventuale accordo di non ostilità commerciale tra i due colossi mondiali darebbe il via a una necessaria fine della guerra.
Non a caso anche Putin ha tenuto a ribadire che le sanzioni economiche non sono un problema, avendo la Russia risorse sufficienti per onorare i propri impegni e sta provvedendo a pagare gli interessi sul debito pubblico, scongiurando il default. Excusatio non petita dicevano i latini…
Anche il Vaticano è molto attivo nell’azione diplomatica: questa mattina il Papa ha parlato con il cancelliere tedesco Scholz invocando di mettere in atto ogni sforzo per fermare la guerra. Nel contempo, Francesco ha annunciato la volontà di invocare la protezione celeste di Maria su Russia e Ucraina perché prevalga la volontà di pace.
Chi non dà cenno di voler desistere è il governo ucraino, impegnato a sollecitare l’Occidente e a gettare discredito sulla forza militare russa che, secondo Podolyak, consigliere di Zelensky, starebbe incontrando non poche difficoltà nella propria avanzata e, anzi, in alcune città sarebbe addirittura in ritirata. Verità o propaganda non è dato sapere con certezza. Sempre Podolyak riferisce di un ammorbidimento della posizione russa ai negoziati che, secondo lui, dipende dalla presa di coscienza del fallimento del tentato blitz militare. La resistenza ucraina, dunque, tiene botta, nonostante il massacro del popolo ucraino si faccia sempre più tragico.
La Turchia rilancia la propria disponibilità a ospitare un vertice con i presidenti di Russia e Ucraina, Vladimir Putin e Volodimir Zelenski, anche se al momento è impossibile anche solo ipotizzarne una possibile data. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu oggi a Leopoli dove ha incontrato il collega ucraino Kuleba.
Proprio la Turchia sta assumendo un ruolo sempre più attivo nella ricerca di dialogo (Erdogan ha telefonato sia a Zelensky che a Putin) e si è mobilitata per accogliere i profughi ucraini che arrivano sul territorio turco.
Da fonti polacche si segnala che le trattative per il cessate il fuoco continuano e che potrebbe bastare una decina di giorni per avviare la fine delle ostilità e l’avvio di un accordo di pace che vedrà impegnati non solo Russia e Ucraina, ma sarà allargato alla presenza di leader di altri governi, tra cui quello polacco.
I trattati dovranno garantire meccanismi concreti di sicurezza per tutta l’area dell’Est Europa.
Da segnalare, infine, l’annuncio dato oggi alla riunione dei capigruppo alla Camera del Parlamento italiano, di un collegamento in videoconferenza di Zelensky che martedì parlerà ai politici italiani, come già ha fatto con i membri della UE e del parlamento tedesco.
Tra gli argomenti che di sicuro interessano il nostro paese, ci sarà il tema della possibile crisi alimentare qualora i porti ucraini, tra cui Odessa, non dovessero riaprire a breve e garantire le forniture necessarie a scongiurare il pericolo di carestia in molti Paesi.
Nel frattempo, dal Viminale fanno sapere che oltre 50 mila profughi ucraini sono già stati accolti dall’Italia grazie alla mobilitazione umanitaria.
Pietro Broccanello