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    BLOSSOM, ALLA RICERCA COSTANTE DELLA BELLEZZA

    BLOSSOM, ALLA RICERCA COSTANTE DELLA BELLEZZA
    Viaggio nel tempio della bellezza, per scoprire Blossom, agenzia per strategie e progetti di branding e comunicazione digitaleche si prefigge lobiettivo di rendere il mondo un posto migliore. Ne parliamo con Giacomo Frigerio, co-fondatore di Blossom assieme alla sorella Valentina.
    We fight for Beauty, to make the world a better place. È questo il motto di Blossom. È questa la filosofia di unazienda che si sta affermando dal 2008 in Italia e nel mondo con un obiettivo ben definito: quello di rendere il mondo un posto migliore, più bello, più sano, più vivibile, che metta davvero la persona al centro della quotidianità senza alcuna retorica, e che porti il bello – in senso lato – davvero ovunque. Un concetto di bello, quello inteso dal fondatore Giacomo Frigerio, che non guarda esclusivamente al senso estetico, ma che parte da lì con il preciso scopo di dare un apporto finalizzato a migliorare le nostre vite. Questo perché secondo la filosofia dellazienda, mettere un cuore desideroso di bellezza in tutto quello che si fa cambia in positivo la realtà. E può portarci ad affrontare con minor peso i problemi di ogni giorno.
    Blossom, azienda creativa per strategie e progetti di branding e comunicazione digitale, vanta oggi altre due sedi – quelle di Madrid e Ginevra – oltre alla casa madre di Seregno (MB) che vede impiegate più di 70 persone. Importanti collaborazioni hanno consentito di esportare in tutto il mondo la filosofia e i progetti di Blossom, e non hanno riguardato solo eccellenti imprese private di caratura internazionale, bensì anche organizzazioni mondiali come lOnu, lUnhcr, lUnicef, la Gpe della World Bank.
    Giacomo Frigerio, com’è nata lidea di Blossom?
    Noi esistiamo da 14 anni, da quando ho scelto di mettermi in proprio, stanco del mio impiego come art director in agenzie di comunicazione. Il mondo delle agenzie mi andava stretto, ed il motivo riguardava il modo con cui si guardavano le persone. Le persone non vivevano serenamente il loro lavoro, quindi volevo dare un mio contributo. Poi mia sorella, che veniva da esperienze in Africa e in territori di guerra e cooperazione, ha deciso di darmi una mano. Così abbiamo avviato questo progetto ed abbiamo avuto subito grandi risultati: una delle prime clienti è stata lOMS, che ha indetto un bando al quale abbiamo partecipato e vinto. Fatto questo siamo entrati nel mondo dellONU, lavorando per varie campagne delle Nazioni Unite. Ci siamo quindi ampliati assumendo personale: designer, motion designer, gente che ci aiutava a fare progetti, fino ad accorgerci che lavorare insieme nella quotidianità ci permetteva di creare prodotti che facevano la differenza. Lazienda cresceva, ed è stato necessario un lavoro di branding per aiutarci a definire chi eravamo, per aver maggiore chiarezza su quale fosse lobiettivo al quale guardare. Ne è uscito il nostro prodotto, unagenzia purpose driven, con il nostro slogan: We fight for Beauty, to make the world a better place, una lotta per la bellezza che si trasforma nel quotidiano. E la bellezza non va sminuita in un fattore solamente estetico, ma va incardinata nella quotidianità. Nel quotidiano c’è loccasione di trovare la bellezza, anche in una semplice mail scritta bene.
    Da quel che mi sembra di cogliere, il lavoro di squadra nella vostra azienda è al centro. È così?
    Per noi le persone sono fondamentali, e valorizzarle fa la differenza. Abbiamo costruito un luogo che abbia al centro le persone, qua a Milano come a Ginevra e Madrid. Abbiamo una cucina, uno psicologo, una palestra. Chi lavora con noi deve sentirsi a casa, deve stare bene e il lavoro non devessere un peso. Se le persone sono introdotte in una certa maniera rendono al massimo. È questa la nostra filosofia. Se avessimo iniziato solo per fare soldi avrei probabilmente cambiato anche tipo di business, non saremmo 70 persone e tutto sarebbe più duro e difficile da sostenere.
    È la bellezza dellumano che ci porta avanti, e siamo certi che comunque vada, ogni cosa ha dentro qualcosa di positivo. Puoi vincere o perdere una gara, ma guardare sempre a quanto accade come unipotesi positiva è sfidante. Solo grazie a questo approccio possiamo oggi essere la realtà che siamo: abbiamo sviluppato competenze diverse, dal reparto creativo, di contenuti, al reparto art director designer, media house, al mondo digital, digital strategy, analisi, coding, al mondo social, fino al reparto amministrativo e staff. Siamo un micro paese, che è molto di più che essere unazienda incentrata sul lavoro. Il lavoro è solo una parte di tutto ciò.
    Oggi il 70% del vostro fatturato è riconducibile a clienti internazionali. Com’è stato possibile partire da una piccola realtà e arrivare fin lì?
    Ci sono gare internazionali a cui partecipiamo e riusciamo a vincere grazie a un ufficio commerciale che si occupa di porre in essere le giuste strategie. Quando abbiamo iniziato prendevamo i nostri progetti e andavamo dai clienti facendo porta a porta. Conoscevamo le persone e promuovevamo il nostro business. I rapporti nascono dai rapporti, grazie alla serietà con cui ci si pone con i clienti. Poi è importante posizionarsi adeguatamente e affrontare anche nuove sfide, come quelle che ci hanno permesso di sfondare nei campi automotive o forniture. A volte si ha paura di scommettere in grande, ma bisogna cogliere le opportunità, anche lavorando con sfide più grandi di sé, perché sono solo quelle che danno la possibilità di crescere. Infine, è fondamentale credere sempre nelle proprie ambizioni: lopportunità di aprirci le porte in altri mercati come quello spagnolo era sul tavolo, ed ecco che continuando a reinvestire in azienda gli utili prodotti siamo riusciti ad aprire una seconda sede a Madrid.
    Sta dicendo che continuando a perseguire e combattere per un obiettivo porta al traguardo?
    Con la serietà si arriva agli obiettivi. Nessuno ti regala niente ed è fondamentale capire che il mondo là fuori è unoccasione per conoscere cose che non si comprendono se si rimane nel proprio nido. Non si va allestero perché c’è più business ma perché c’è curiosità. E la ricchezza che si acquisisce nel vedere e capire il mondo è impagabile. La conoscenza e la curiosità poi finiscono automaticamente nel business in un secondo momento.
    Quali sono le ragioni, secondo lei, che dovrebbero spingere una realtà imprenditoriale a internazionalizzare il proprio business?
    Ci sono dei bisogni e delle caratteristiche che necessariamente si incrociano. E allestero, soprattutto, c’è un gran bisogno di bellezza e unicità. In Italia siamo circondati dal bello in ogni angolo – anche se spesso lo diamo per scontato – ed è per questo che noi italiani più di altri abbiamo una forte vocazione ad esportare quanto di bello c’è nel nostro Paese; ce labbiamo dentro. La flessibilità, inoltre, ci caratterizza in quanto italiani, e di questo me ne sono accorto lavorando con persone allestero. Abbiamo uninnata flessibilità data banalmente dalle nostre strade per come sono fatte, sempre strette, intasate, trafficate allesasperazione. Questi aspetti ci fanno essere molto più sicuri sul lavoro in quanto ci portano a riuscire più facilmente ad affrontare anche agli imprevisti. Ed è un aspetto che altri non hanno.
    Ha parlato molto dellimportanza e della capacità di affrontare le difficoltà e i momenti negativi. Come vi siete posti davanti alla pandemia e alla crisi energetica?
    Non bisogna avere paura. Il lockdown ha cambiato molto gli equilibri, ma davanti a un problema o ti lamenti o pensi a unalternativa. In un weekend abbiamo posto le basi per far lavorare tutti da casa e costruito una rete dedicata per essere più efficienti. Davanti alle sfide bisogna cogliere lopportunità. Tutto quello che viene ha dentro unopportunità; vale per la vita normale come per quella lavorativa: o moriamo davanti alle porte che si chiudono, o le porte che si chiudono possono farti capire che devi rivedere il modo di lavorare, e contestualmente modificare il tuo modo di essere. Inoltre, indipendentemente dalle difficoltà, anche quando tutto è a regime non è possibile abbassare la guardia: viviamo in un mondo e in un mercato che cambiano molto velocemente, per questo è fondamentale continuare ad evolversi facendo tesoro dei feedback dei clienti e dei dipendenti, e recependo ogni criticità adeguando il modello organizzativo alle nuove sfide. Questo ti allena a essere sempre pronto.
    Ci ha parlato dellimportanza di mettere al centro la persona umana. Voi come lo fate nella vostra azienda?
    Sul nostro sito la prima cosa che si vede è il nostro purpose. Definire perché siamo qua ci permette di comunicare chi vogliamo essere. La chiarezza sul motivo per il quale lavoriamo insieme devessere un punto fondamentale. Nei primi mesi dellanno ho fatto colloqui con tutte le persone che lavorano qui. Ritengo fondamentale questo rapporto one to one per operare in maniera positiva e anche per rivedere insieme gli aspetti che non funzionano bene. Anche la struttura degli uffici è incredibilmente importante per consentire a tutti di lavorare al meglio. Abbiamo open space e saloni dove mangiare tutti assieme. Più il posto è confortevole più c’è efficienza.
    Grazie
    Andrea Valsecchi

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