COVID, TREND IN CRESCITA. I DATI AGGIORNATI
Sale ancora il numero dei postivi, con oltre 60.000 nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore a fronte di un minor numero di tamponi. +23,6% nuovi casi in una settimana.
Il numero dei nuovi positivi continua a crescere, facendo registrare 60.000 nuovi casi nell’ultimo monitoraggio. Un trend positivo che continua a salire e che ha visto incrementare i nuovi contagiati del 23,6% in una sola settimana. Il tasso di positività – cioè il rapporto tra i tamponi effettuati e tamponi positivi – è anch’esso in aumento, avendo superato quota 16% (tre giorni fa si attestava poco sopra il 15%). Dati che, seppur non così preoccupanti, non sono comunque da sottovalutare, soprattutto se si prende in considerazione la recrudescenza avvenuta in una sola settimana, complice presumibilmente il diffondersi della nuova variante Omicron-2. Lo stesso dato era infatti attestato al 12,88% solo sette giorni fa, un segno tangibile dell’involuzione della curva dei contagi. Ciononostante, notizie confortanti stanno arrivando dal fronte dei decessi: il numero di vittime per covid sta infatti progressivamente diminuendo. Se ad inizio febbraio il numero di morti a causa dell’infezione si attestava a quota 400 vittime, oggi il necrologio sembra essere sceso sotto la soglia psicologica delle 100 vittime. Tante ancora, sì, ma va considerato che nella maggior parte dei casi si tratta di pazienti già in parte compromessi da altre patologie. Un altro dato che lascia ben sperare è infine quello relativo ai soggetti presi in carico dal nostro sistema sanitario. Il numero di ricoverati per covid nei reparti di terapia intensiva è sceso al di sotto di quota 500, un segno evidente che la campagna vaccinale – alla quale hanno ormai aderito più dell’80% degli italiani – sta portando i suoi frutti, causando agli infettati con sintomi solamente leggeri malanni apparentemente stagionali.
Il vaccino continua a proteggere dalle infezioni più gravi, e soprattutto continua a proteggere gli ospedali dal collasso, e permette al sistema sanitario di continuare a funzionare come si deve. È questo il messaggio che si può dedurre dall’analisi dei dati che l’istituto Superiore di Sanità di concerto con il Ministero della Salute, continuano a far pervenire quotidianamente. Anche a fronte quindi di un fisiologico aumento dei contagi non si intravvede più lo spettro di nuove restrizioni, segno che il momento più buio della pandemia dovremmo essercelo lasciato ormai alle spalle. Tesi confermata anche da Palazzo Chigi, con il Governo che ha infatti annunciato nei giorni scorsi il progressivo smantellamento del sistema green pass e della suddivisione a zone in base all’incidenza dei casi. Dal 1° aprile non sarà più obbligatorio il green pass rafforzato per recarsi in bar e ristoranti all’aperto; niente più obbligo neanche per i mezzi di trasporto pubblico, dove sarà sufficiente il green pass base e l’utilizzo della mascherina FFP2. Sempre dal 1° aprile via anche l’obbligo di green pass base per alberghi, uffici, banche e negozi; le discoteche all’aperto potranno lavorare a capienza piena e gli stadi e gli impianti sportivi – anche al chiuso – potranno tornare al 100%, mentre gli spettacoli, le feste all’aperto, le cerimonie e i musei torneranno ad ingresso libero. Il nuovo decreto prevede poi il superamento dell’obbligo di indossare la mascherina al chiuso a partire dal 1° maggio, ma sul punto si potrebbe tornare a discutere visto il non completo lasciapassare del Ministro della Salute Roberto Speranza. Sempre dal 1° maggio cadranno poi altre importanti restrizioni, come l’obbligo di green pass per bar e ristoranti al chiuso, cinema, concerti, teatri, palestre. Torneranno a lavorare a pieno regime anche le discoteche al chiuso, mentre dal 15 giugno cadranno gli obblighi di vaccinazione per il personale scolastico e sanitario. “Con il vaccino abbiamo salvato la vita a 80mila italiani” ha dichiarato il premier Draghi, sicuro che con la prudenza e il buon senso, si possa andare verso un’estate senza restrizioni e con un contenimento totale degli effetti del virus.
Andrea Valsecchi