Ucraina: timidi segnali di apertura
Nella giornata di ieri la situazione della guerra in Ucraina ha conosciuto qualche, seppur timido e incerto, barlume di apertura da entrambe le parti – perlomeno rispetto alla situazione sempre più drammatica delle ultime settimane. L’esercito ucraino ha annunciato il ritiro di alcune truppe russe nei dintorni di Kiev e anche a Irpin i russi sono arretrati. Al contempo però gli attacchi continuano, a Mariupol si contano 5000 vittime. L’Ucraina si è detta disposta a considerare la possibilità di uno status neutrale, oggi nuovi colloqui tra le delegazioni in Turchia.
Qualche cenno di apertura è finalmente arrivato, dopo più di un mese di guerra, per quanto riguarda la situazione in Ucraina. Non si può certo dire che le circostanze siano già cambiate, o che il conflitto terminerà sicuramente a breve, tuttavia già che ci siano le premesse per un allentamento della tensione è un fatto che sembrava assolutamente insperato anche solo qualche giorno fa.
Le notizie di ieri che arrecano un minimo di sollievo rispetto all’agonia delle scorse settimane sono più d’una e su diversi fronti. In primo luogo la dichiarazione, da parte delle forze ucraine, che in alcune città dove si stavano svolgendo i bombardamenti le truppe russe sono state contrastate o hanno iniziato a ritirarsi.
Il sindaco di Irpin, cittadina di circa 70mila abitanti alla periferia di Kiev, ha annunciato che i soldati ucraini sono riusciti a riprendere il pieno controllo della città, che è stata uno dei luoghi più cruciali dei combattimenti nelle vicinanze della capitale. Markushyn ha addirittura affermato che la città è stata liberata, anche se bisogna capire cosa questo significhi effettivamente. Ci saranno quasi sicuramente nuovi attacchi, ma le truppe ucraine hanno dimostrato di sapersi difendere con coraggio.
Allo stesso tempo il governo ucraino ha promesso l’immediata apertura delle indagini rispetto al video, diffuso su Telegram e la cui veridicità è tutta da verificare, che mostra dei presunti soldati ucraini sparare alle ginocchia dei prigionieri in un’operazione a Kharkiv. La presidenza ucraina ha dichiarato di prendere la cosa molto sul serio, ribadendo che se il video si dimostrasse reale si tratterebbe di un comportamento assolutamente inaccettabile per un esercito europeo. Tuttavia il ministro della Difesa ucraino ha ribattuto condannando il video come un tentativo russo di screditare le forze difensive ucraine – soprattutto in un momento in cui la resistenza si sta dimostrando particolarmente efficace – e assicurando che l’esercito ucraino si attiene rigorosamente alle norme del diritto umanitario internazionale.
La città dove la situazione continua a rimanere tutt’altro che positiva è invece Mariupol, che è stata dichiarata essere in mano agli invasori dopo un assedio durato una settimana che ha raso al suolo buona parte della città, provocando un numero ingente di vittime – si parla di 5000 civili morti. Il sindaco di Mariupol ha chiesto l’evacuazione completa della popolazione rimasta e Francia, Grecia e Turchia stanno negoziando l’evacuazione dei circa 170mila civili rimasti ancora intrappolati nella città dove mancano cibo e acqua. È risultata però evidente già da diversi giorni la difficoltà nell’utilizzare i corridoi umanitari e le altre vie di fuga per via degli incessanti bombardamenti russi.
L’Onu ha reso noto che finora si contano più di 3,8 milioni di profughi che hanno lasciato l’Ucraina e altrettanti 6,5 milioni di sfollati, mentre sono circa 13milioni gli ucraini bloccati nelle zone coinvolte dal conflitto senza possibilità di andarsene. I civili morti hanno ampiamente superato il migliaio. Sono chiaramente numeri esorbitanti che dipingono una situazione inimmaginabile per chiunque anche solo qualche settimana fa.
Sul fronte diplomatico il presidente ucraino Zelensky ha dato un altro segnale di parziale apertura, affermando che l’Ucraina potrebbe seriamente considerare la possibilità di adottare uno status neutrale, che è la richiesta principale della Russia per raggiungere la conclusione del conflitto. Zelensky ha però ribadito le sue condizioni, ovvero il mantenimento della sovranità e del territorio ucraino come priorità non transigibili.
Inoltre il leader ucraino ha avuto una telefonata con il premier italiano Mario Draghi, nella quale quest’ultimo ha ribadito il pieno sostegno alle autorità e al popolo ucraini. Zelensky ha anche lanciato l’iniziativa U24 (United for Peace), per creare un gruppo di paesi capace di dare una risposta entro 24 ore in caso di aggressione, e ha caldamente richiesto che tra questi Paesi ci sia anche l’Italia.
Ora c’è grande attesa per i nuovi negoziati che si terranno tra le delegazioni russa e ucraina in Turchia già quest’oggi. Se finora i colloqui non hanno portato a grandi risultati effettivi, c’è la comune speranza che visto il parziale cambiamento della situazione entrambe le parti possano essere più disposte a trovare un’apertura reciproca. Sono ancora piuttosto lontane invece le condizioni per un incontro tra i presidenti Putin e Zelensky, come ha sottolineato il portavoce del Cremlino Peskov.
Pietro Broccanello