Rinnovate le convenzioni universitarie di Compagnia di San Paolo con Unito e altri atenei
La Fondazione Compagnia di San Paolo ha rinnovato per il triennio 2022 – 2024 le Convenzioni Universitarie con i tre atenei Piemontesi, l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi di Genova. Si conferma perciò il sostegno allo sviluppo del sistema universitario per generare processi volti a migliorare l’innovazione, la competitività e l’attrattività dei cinque Atenei coinvolti. Le cifre: Università degli Studi di Torino, dal 2010 erogati 106 milioni di euro, di cui 15 milioni quest’anno. Politecnico: 10,5 milioni di euro, dal 2009 erogati 60,5 milioni. Università degli Studi del Piemonte Orientale: 3,3 milioni di euro, dal 2009 16,8 milioni di euro.
“Il sostegno allo sviluppo del sistema universitario – inteso sia nella sua funzione di centro di didattica e di ricerca, sia come fattore di sviluppo locale – rappresenta per la nostra Fondazione un impegno consolidato, basti osservare che solo per le Convenzioni universitarie abbiamo stanziato negli anni oltre 219 milioni di euro. La formazione si pone non solo come passaggio fondamentale per il pieno sviluppo dell’individuo in ambito sociale, ma anche come elemento importante di competitività economica, specie se contribuisce alla definizione di sistemi di competenze che rappresentano una delle risorse cruciali delle economie urbane contemporanee”, ha detto Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo.
Alle sue parole sono seguite quelle dei Rettori degli Atenei coinvolti, che hanno parlato principalmente di competitività sul territorio e in chiave europea, su temi quali l’innovazione e la sostenibilità ambientale, nei quali si sta maggiormente consolidando la ricerca. “Le linee di intervento individuate dalla nuova Convenzione – ha detto Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino – ci permetteranno di proseguire molte attività a favore di studenti e comunità accademica, ma non possono prescindere dai profondi mutamenti socio economici provocati dalla pandemia, che ci ha costretto a un cambio di prospettiva e a una riconsiderazione delle priorità”.