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    Ucraina: nuove testimonianze di crimini russi, l’Ue prepara altre sanzioni

    Ucraina: nuove testimonianze di crimini russi, l’Ue prepara altre sanzioni
    Dopo più di 40 giorni di guerra non si fermano i bombardamenti su Mariupol, ormai allo stremo con le truppe russe che controllano alcune zone della città e migliaia di persone sono senza risorse. Intanto dopo i rinvenimenti dei crimini commessi dai russi a Bucha, anche in altre città tornate sotto il controllo ucraino come Hostomel e Borodyanka emergono testimonianze di altri orrori. L’Ue sta preparando nuove sanzioni, mentre gli Stati Uniti finanzieranno il riarmo ucraino con altri 100 milioni di dollari. Il Papa si è espresso sull’impotenza di fatto dell’Onu.
    Dopo le notizie che hanno fatto sicuramente un certo scalpore negli scorsi giorni sui rinvenimenti a Bucha e in altre località alle porte di Kiev dei crimini commessi dalle truppe russe durante l’occupazione, ora anche in altre località tornate sotto il controllo di Kiev sono emerse testimonianze simili.
    Nei giorni passati anche a Irpin e Hostmel sono stati trovati ulteriori esempi di cadaveri con segni di tortura e armi da fuoco, mentre ieri sono giunte notizie ed immagini da parte dei soldati ucraini a Borodyanka, una città di pendolari anch’essa vicina alla capitale, uno dei primi centri ad essere stati colpiti dagli attacchi aerei russi all’inizio della guerra e dal quale i soldati di Mosca si sono ritirati l’1 aprile.
    Da quanto emerge dalle “perlustrazioni”, gran parte della città è stata distrutta dai bombardamenti russi e si stanno tuttora recuperando i copri da sotto le macerie. L’argomento al centro delle discussioni al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è poi stato il fatto che, a quanto si denota, gli edifici civili sono stati presi di mira in maniera indiscriminata, dunque – com’era già emerso in altri frangenti durante il resoconto della guerra – sembra che gli attacchi non siano stati condotti contro determinati obiettivi specifici com’era sempre stato dichiarato dai russi.
    Ad aggravare ulteriormente la situazione si aggiungono anche le prove, come comunicato dal capo delle Nazioni Unite per gli affari politici e di peacebuilding, Rosemary DiCarlo, che la Russia abbia usato almeno 24 volte munizioni a grappolo in zone popolate. Si tratta di armi vietate a livello internazionale che disperdono mine esplosive ad ampio raggio – pertanto un ulteriore elemento che si aggiunge ai già molteplici crimini di guerra perpetrati dai russi.
    Tra questi, come nelle altre città anche a Borodyanka sono stati trovati cadaveri con segni di armi da fuoco e di torture: uno di questi aveva le mani legate e una busta sulla testa. Dimostrazioni sempre più evidenti, e che stanno emergendo giorno dopo giorno, che la guerra cominciata dai russi è andata e continua ad andare ben oltre il “blitz” che era stato preannunciato inizialmente e ha coinvolto molti altri elementi rispetto ai meri obiettivi politici professati da Putin.
    Il presidente ucraino Vlodomyr Zelensky, in una dichiarazione ufficiale sul sito della presidenza ucraina, ha dichiarato che il numero di vittime potrebbe essere ancora più alto a Borodyanka e in altre città liberate – in quanto molti cadaveri sono probabilmente ancora sepolti sotto le macerie – e che in svariate località la popolazione ha subìto crimini che non aveva sperimentato nemmeno durante l’occupazione nazista di 80 anni fa.
    Zelensky ha anche richiesto, con toni che si fanno via via sempre più duri, un processo per genocidio e crimini di guerra per Putin, i suoi ministri e i generali dell’esercito russo direttamente coinvolti nell’occupazione.
    L’Ue ha annunciato che verranno sicuramente condotte indagini dettagliate su quanto effettivamente commesso dalle truppe russe, e ha inoltre preparato il quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia – ora al vaglio dell’Europarlamento – che il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha accolto con favore, invitando però i leader europei ad andare oltre al blocco delle importazioni di gas e petrolio. Per Kiev, infatti, dopo i recenti rinvenimenti è inammissibile non fare giustizia sulle atrocità e i crimini di guerra commessi dalle armate di Putin, prevedendo ciò che è necessario in questi tempi così difficili.
    Anche Papa Francesco si è espresso con forza nell’udienza di ieri mattina contro il massacro di civili, donne e bambini inermi la cui morte grida fino al cielo e chiede giustizia e pietà. Il Sommo Pontefice ha anche attestato in questo frangente l’impotenza delle Nazioni Unite, mentre sventolava  una bandiera ucraina proveniente da un sobborgo sede di numerose uccisioni di civili.
    Pietro Broccanello

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