Covid: la prospettiva della quarta dose per tutti in autunno
La scorsa settimana è stato osservato un miglioramento della situazione covid in Italia. Dai dati del Ministero della Salute relativi al periodo 2-8 maggio, emerge un calo dei contagi con 291.534 nuovi casi: -20% rispetto al periodo 25 aprile – 1 maggio. Era da due mesi che i contagi settimanali non si attestavano sotto le 300mila unità. In calo anche i decessi anche se la discesa perde vigore segnando un -5% su base settimanale rispetto al -7,6% sul 18-24 aprile. Ma le attenzioni sono rivolte già all’autunno.
Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell’Università Campus biomedico di Roma, ha evidenziato a Cusano Italia Tv che “probabilmente a ottobre dovremo vaccinarci”, ma ha aggiunto che “se la sintomatologia è quella che stiamo osservando adesso, è sufficiente un richiamo annuale come quello che si fa per l’influenza”. Nel complesso, Ciccozzi ritiene che potremo affrontare l’autunno “con tranquillità”.
L’Italia, nel mentre, si prepara a vivere un’estate senza restrizioni anche grazie al fatto che negli ultimi mesi la situazione non è precipitata. Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, intervenuto a Radio Cusano Campus, si è detto sollevato che questa contenuta ondata primaverile non abbia avuto un grosso impatto sugli ospedali. Cartabellotta, tuttavia, ha sottolineato la necessità di arrivare preparati all’autunno dal momento che “abbiamo ancora un certo numero di talloni d’Achille”, tra cui 8 milioni di persone che ancora non hanno ricevuto la dose booster, oltre al fatto che al momento la quarta dose è stata somministrata solo al “20% di coloro che ne hanno diritto”. Per il presidente della Fondazione Gimbe, bisogna accelerare sulla quarta dose per le persone molto fragili, evitando di aspettare nuovi vaccini specializzati contro le ultime varianti.
Quella contro il covid è anche una battaglia contro il tempo, dal momento che spuntano varianti molto velocemente mentre la scienza ha bisogno di tempo per trovare soluzioni. Cartabellotta ha ricordato che “la grande scommessa sulla quale stanno lavorando diverse multinazionali, è quello di creare il famoso vaccino panvarianti, ma non sarà disponibile nell’immediato”. Il presidente dell’Aifa ed ex membro del Cts Giorgio Palù, invece, in un’intervista a La Stampa, invita ad avere fiducia nei vaccini approvati “che proteggono ancora molto bene verso la malattia grave” e allo stesso tempo “sperare nella ricerca affinché produca per l’autunno dosi aggiornate e farmaci sempre più efficaci”.