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    Parola a Gaetano Rapisardi, Hilton Como Lake

    Parola a Gaetano Rapisardi, Hilton Como Lake
     
    Lo scenario turistico e dell’hospitality cambia spesso. E lo fa rapidamente. Negli ultimi due anni, tuttavia, tutto ciò che d’abitudine davamo per scontato non lo è stato più. Improvvisamente. E abbiamo dovuto correre ai ripari. Anche laddove la destinazione fosse nota. Nota in tutto il mondo come Como il suo lago, ad esempio. Allora è bene avere il parere di un professionista che nel mestiere ci vive da tempo. Un direttore vendite che possa aiutarci a riflettere sul cambiamento, sul futuro di un segmento, in uno degli hotel più prestigiosi del Lago di Como. Parlo di Gaetano Rapisardi, a cui farò qualche domanda. 
     
    Ciao Gaetano. Ho detto qualcosa di sbagliato nell’introduzione? Vuoi aggiungere o perfezionare? 🙂
     
    Ciao Marco, hai detto benissimo, negli ultimi anni si sono verificati enormi cambiamenti, cambiamenti che hanno dato nuova linfa al nostro segmento e portano in dote tante sfide ed opportunità.
     
    Da quanto tempo ti occupi di hospitality? E quanti diversi scenari hai vissuto?
     
    Vivo quotidianamente il mondo dell’hospitaliy da oltre 20 anni e di scenari ne sono susseguiti parecchi, ma la memoria non può non andare agli attentati dei primi anni anni 2000 con tutti i cambiamenti e le restrizioni che hanno portato al nostro modo di viaggiare ed alle nuove regole, passando poi per la tristemente nota crisi finanziaria del 2008 partita dal crack di Lehman Brothers causando quel “Credit crunch” che ha limitato tanto gli investimenti e quasi bloccato lo sviluppo per diversi anni, senza farci mancare la la Pandemia che ancora ci tiene sulle spine fino ad arrivare ai giorni nostri con la strettissima attualità del conflitto Russo-Ucraino, tutti scenari questi che ogni volta hanno cambiato le “regole” del gioco.
     
    Quando nella vita hai capito che il tuo lavoro attuale sarebbe stato perfetto per te? Perché?
     
    Sai Marco, quando nasci in una realtà come Taormina, che del turismo fa la sua ragione di vita, credo che non esista un momento particolare o una ragione per cui capisci che appartieni a questo mondo, ma semplicemente ci sei nato.
     
    Come vanno le cose in quel di Hilton?
     
    Le cose per Hilton Lake Como e per Hilton Italia in generale vanno bene, nonostante il particolare momento storico abbiamo mantenuto l’apertura dell’hotel su base annuale garantendo alla destinazione importanti livelli occupazionali e siamo appena stati riconfermati come una delle migliori aziende in italia per cui lavorare, la prima del comparto turistico. Questo non può che essere un buon indicatore che ci fa guardare con fiducia al futuro.
     
    Quali difficoltà, secondo te, sta affrontando la destinazione Lago di Como dopo la pandemia?
     
    Sicuramente tra le sfide ed opportunità a cui facevo riferimento prima, la pandemia ci ha lasciato in eredità la difficoltà a trovare le risorse giuste da inserire in organico soprattutto durante i mesi di alta stagione. Se ne parla un pò ovunque e le cause di questa “crisi nella crisi” sono molteplici; noi proviamo a distinguerci in questo grazie a quella che è la nostra “Cultura” aziendale andando ad offrire una carriera piuttosto che un posto di Lavoro, la possibilità di confrontarsi con diverse culture e di esplorare il mondo mettendo sul piatto l’opportunità di poter crescere e spostarsi in più di 120 paesi al mondo e lavorare in una delle oltre 6700 strutture del gruppo, mettendo tra le altre cose a disposizione Tutor interni, Hilton university e tanti altri strumenti di crescita personale.
     
    Invece, quali cambiamenti e miglioramenti ha suggerito questo periodo di transizione? Sicuramente quello che è successo vi avrà dato la chance di riflettere su alcune migliorie. 
     
    Se è Albert Einstein a dire che nella crisi nasce l’inventiva allora bisogna crederci, e neanche questa di crisi fa eccezione. Sicuramente questi ultimi anni ci hanno insegnato molto e ci hanno aperto gli occhi su tante piccole migliorie ed ottimizzazioni operative, ed anche fatto scoprire nuovi segmenti di mercato che non avevamo preso in considerazione prima.
     
    Se dovessi dare un suggerimento ai più giovani che volessero iniziare un percorso professionale nell’hospitality, cosa diresti loro?
     
    Il suggerimento che mi sento di dare a chi oggi volesse affacciarsi al mondo dell’hospitality, oltre a registrarsi e seguire i nostri canali social @HiltonCareerstalia e visitare job.hilton.com, è quello di non aver paura ad osare e dimostrare apertura mentale e flessibilità nell’approccio ai ruoli, uscire da quella che comunemente viene definita la comfort zone andando anche a confrontarsi con diverse culture e, perché no, in diversi paesi nel mondo. Suggerisco vivamente di smettere di attendere per troppo tempo opportunità che ci sembrano uniche ma non non arrivano mai, perdendo così  di vista strade alternative che ci avrebbero arricchito e magari permesso di raggiungere i nostri obiettivi. Secondo me non esiste un unico percorso, ma tante strade diverse che si intrecciano tra loro.
     
    Noi di Corefab ripetiamo sempre che per fare un buon lavoro #siamotuttiindispensabili: quanto vale lo stesso paradigma nell’hospitality?
     
    É un concetto che anche io non mi stancherò mai di ripetere, basti pensare a quello che è il mio ruolo in azienda dove quotidianamente mi occupo di attrarre la clientela promettendo loro un esperienza magnifica sia essa di vacanza, di lavoro, in coppia, solitaria o con amici! Senza tutto il supporto del team (e veramente qui faccio riferimento ad ogni singola figura in hotel!) ciò che offro non esisterebbe: gli ospiti non riuscirebbero a dormire in camere impeccabilmente pulite e decorate, non potrebbero degustare prelibatezze magistralmente presentate dai nostri chef e serviti dal nostro personale di sala su piatti perfettamente puliti e posate luccicanti, non potrebbero usufruire della piscina se non fosse sicura e ben mantenuta, non riuscirebbero neanche ad entrare in camera senza i colleghi del ricevimento e potrei davvero continuare all’infinito, ma mi fermo qui ringraziandoti di cuore per lo spazio dedicatomi  e chiudo anche io ribadendo che… #siamotuttiindispensabili!
     
     
    Marco Menoncello
    www.corefab.it
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