Como, apre “Il Pane di Sandro” prima panetteria gestita da ragazzi con disabilità e giovani fragili
L’iniziativa è promossa dall’Associazione Cometa dopo le esperienze virtuose del bar bistrot “Spazio Anagramma” di Cernobbio e “ForandFrom” di Como. Figini: “Nata dal desiderio di ripartire da ciò che sostiene la vita di tutti i giorni”.
Non una semplice panetteria-pasticceria ma un luogo d’incontro per stare insieme e sentirsi a casa. Da ieri è operativo a Como “Il Pane di Sandro”, il primo panificio gestito da ragazzi con disabilità e giovani fragili e in difficoltà nella ricerca di occupazione, promosso dall’Associazione Cometa che da anni sostiene i giovani non solo formandoli attraverso percorsi di studio, ma anche accompagnandoli attivamente nel mondo del lavoro, offrendo loro concrete opportunità d’impiego e di tirocinio.
Inaugurato alla presenza, fra gli altri, dell’assessore alle politiche sociali della Regione Lombardia, Alessandra Locatelli, insieme al vescovo di Como, Oscar Cantoni e alle massime autorità cittadine, “Il Pane di Sandro” vuole essere un luogo d’incontro per favorire il ritrovarsi tra le persone in un momento in cui “quello che aiuta a vivere è il “pane quotidiano” di un’amicizia offerta a tutti, per essere insieme ogni giorno”, come ha spiegato uno dei fondatori di Cometa, Erasmo Figini.
Negli spazi di via Carso 67-69 precedentemente occupati da un ristorante, grazie al sostegno di Fondazione San Zeno è stato possibile avviare questa nuova attività intesa come luogo di integrazione e socializzazione. L’idea è quella di estendere la possibilità educativa di Cometa individuando nuove occasioni che favoriscano l’integrazione sociale e l’inserimento lavorativo di ragazzi con disabilità e giovani che vivono situazioni sociali, economiche e personali difficili, sulla scorta di esperienze virtuose simili come il bar bistrot Anagramma di Cernobbio e il negozio For&From del centro di Como.
Dedicato a Sandro, un bambino diventato grande con il cuore aperto al mondo grazie all’incontro con Cometa, l’attività nasce dal bisogno di molti giovani fragili e in difficoltà nel trovare un lavoro in un momento reso ancor più difficile dalle conseguenze della pandemia e ora dalla guerra. La produzione di prodotti artigianali della panetteria, infatti, è iniziata durante il lockdown per non lasciare senza lavoro le ragazze e i ragazzi coinvolti nell’attività di catering di Cometa, che si è bruscamente interrotta per l’emergenza sanitaria. Marco Faccioli, responsabile area Catering di Cometa, e Antonio Monaco, maestro pasticciere, hanno studiato una ricetta con farine di qualità e lievito madre, e un ciclo di produzione di 2 giorni per rispettare il naturale ciclo di lievitazione del prodotto.
“L’idea di questa nuova avventura in un momento difficile come quello che ancora stiamo vivendo – spiega Erasmo Figini, tra i primi a dar vita all’esperienza di Cometa -, è nata dal desiderio di ripartire da ciò che sostiene la vita di tutti i giorni. Mettendo il cuore in tutto quello che facciamo. Cosa più del pane poteva sostenere questo inizio?”.
Aperto al pubblico dal martedì al sabato, dalle ore 7.30 alle 18, e la domenica dalle 7.30 alle 13, da “Il Pane di Sandro” è possibile acquistare prodotti artigianali di panetteria e pasticceria realizzati nei laboratori dai giovani di Cometa guidati da maestri artigiani. Un progetto prezioso per il territorio che valorizza le competenze delle persone con disabilità: “Il lavoro rappresenta un importante fattore di riconoscimento sociale – ha detto l’assessore regionale alle Politiche sociali – e garantire percorsi di inclusione lavorativa per le persone più fragili, perseguendo gli obiettivi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, significa dare loro la possibilità di intraprendere un percorso di vita sempre più autonomo e indipendente”. Regione Lombardia è impegnata nel diffondere il più possibile esperienze di inclusione come “Il Pane di Sandro”, ha concluso l’assessore, “che possano consentire alla persona di realizzare il proprio progetto di vita, dalla scuola alla formazione fino al lavoro”.
Micol Mulè