Commissione Ue: norme più dure sulla confisca dei beni degli oligarchi russi
A novanta giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, la Commissione Europea ha presentato ieri una proposta per irrigidire le regole sulla confisca e il recupero dei beni degli oligarchi russi sanzionati dall’Unione Europea. Al contempo, Bruxelles ha proposto di aggiungere la violazione delle sanzioni all’elenco dei reati europei con l’obiettivo di stabilire uno standard comune in modo da facilitare le indagini e la punizione delle violazioni delle sanzioni in maniera uniforme in tutta l’Ue.
Tra le nuove regole è presente anche la creazione di uffici di gestione dei beni in tutta l’Unione con il compito di assicurare che le proprietà congelate non perdano valore e consentendo anche la vendita di beni sequestrati che potrebbero facilmente deprezzarsi o che risultano costosi da mantenere. Ursula von der Leyen è stata esplicita: “Non lasceremo che gli oligarchi finanzino la macchina da guerra della Russia – ha scritto la presidente della Commissione Ue in un tweet – I loro asset dovrebbero essere confiscati, e possibilmente utilizzati in seguito per ricostruire l’Ucraina”.
La macchina europea ha sempre avuto tempi abbastanza lunghi nel prendere e attuare decisioni comunitarie, ma se da un lato è vero che lo scoppio della guerra ha accelerato alcuni processi interni, dall’altro sorprende che ci siano voluti ben tre mesi perché Bruxelles rafforzasse le norme sui beni confiscati e sulla violazione delle sanzioni. Secondo quanto riportato dal Commissario Ue alla giustizia, Didier Reynders, in questi novanta giorni sono stati congelati 10 miliardi agli oligarchi russi.
Per quanto riguarda l’Italia, ieri il premier Draghi, in occasione del convegno ‘Il ruolo della finanza nella lotta alla mafia’, ha affermato che “l’esperienza accumulata in tre decenni di lotta alle mafie” in Italia, “ci ha dotato di strumenti sofisticati, dalle applicazioni più varie”. Secondo il Presidente del Consiglio, “le norme antimafia italiane possono essere un utile punto di riferimento nella discussione attualmente in corso a livello europeo sulla confisca dei beni degli oligarchi russi”.