Zelensky: niente cessioni territoriali a Mosca in cambio della pace
Volodymyr Zelensky è tornato ad attaccare chi in Occidente suggerisce che il suo governo dovrebbe cedere parte del territorio nazionale pur di fermare il conflitto. Il presidente dell’Ucraina ha criticato apertamente l’ultimo discorso del quasi centenario Henry Kissinger, ex Segretario di Stato USA con Nixon e uno dei massimi esponenti della Realpolitik. Kissinger ha partecipato al World Economic Forum dove ha suggerito esplicitamente che Kiev lasci a Mosca il controllo della Crimea (annessa nel 2014), sottolineando la necessità di avviare i negoziati entro due mesi per poi aggiungere: “Idealmente, la linea di confine dovrebbe essere un ritorno allo status quo ante. Perseguire la guerra oltre questo punto non riguarderebbe la libertà dell’Ucraina, ma sarebbe una nuova guerra contro la Russia”.
Lo status quo “ante” comporterebbe il controllo della Crimea e di parte del Donbass tramite i separatisti filorussi. Una soluzione che comporterebbe il ritiro delle truppe russe da diverse zone del sud dell’Ucraina, attualmente occupate. Ciò è bastato per provocare la risposta del presidente ucraino. Zelensky ha replicato affermando che “si ha l’impressione che Kissinger non abbia il 2022 nel suo calendario, ma il 1938, e che pensi di parlare a un pubblico non a Davos ma nella Monaco di allora. A proposito, nel vero 1938, quando la famiglia di Kissinger stava fuggendo dalla Germania nazista, lui aveva 15 anni e capiva tutto perfettamente. E nessuno ha sentito dire da lui allora che era necessario adattarsi ai nazisti invece che fuggire loro o combatterli”.
La verità è che al momento la soluzione di Kissinger non è percorribile perché Mosca chiede di più. Proprio ieri il portavoce di Putin, Peskov ha ribadito che il Cremlino “sta aspettando che Kiev accetti le richieste di Mosca e capisca la situazione de facto, la situazione reale”, rifiutando di accettare il concetto di ‘concessioni territoriali’. Sul fronte internazionale, il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari, Martin Griffith, andrà a Mosca a inizio giugno con l’obiettivo di portare avanti il “dialogo iniziato durante la sua precedente visita a Mosca” e “discutere dell’intero spettro di questioni relative all’assistenza umanitaria all’Ucraina”, ha affermato il portavoce di Griffiths, Fyodor Strzhizhovsky. Un dialogo che finora non ha prodotto molti risultati.