venerdì, Novembre 22, 2024
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    Ursula von der Leyen: il cibo è diventato una parte dell’arsenale del terrore del Cremlino

    Ursula von der Leyen: il cibo è diventato una parte dell’arsenale del terrore del Cremlino
    Ieri Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha incontrato il suo omologo in Turchia da dove ha assicurato che Mosca è pronta a garantire corridoi marittimi sicuri per l’export di grano ucraino ma solo quando “l’Ucraina procederà allo sminamento e consentirà il ritiro delle navi dai suoi porti”, sottolineando che le forze armate russe non approfitteranno della situazione. Negli ultimi giorni la questione del grano è diventata uno dei più importanti punti di contatto tra Ucraina e Russia.
    Da tempo, ormai, si parla di una crisi alimentare generale innescata non solo dalla corsa dei prezzi delle materie prime ma anche dall’enorme quantità di grano bloccata dai russi nei porti ucraini sul Mar Nero. Negli ultimi giorni, tuttavia, Mosca sta cercando di minimizzare l’impatto del blocco grano ucraino. Il portavoce di Putin, Peskov, ieri ha sottolineato come la crisi alimentare non sia stata generata né catalizzata dalla guerra in Ucraina: “Non dovremmo esagerare l’importanza dell’influenza sui mercati internazionali delle riserve di grano ucraine – ha detto il portavoce del Cremlino – È una percentuale troppo piccola per avere un impatto significativo sulla crisi alimentare globale, che è già iniziata”. Mosca, inoltre, ha chiesto la rimozione di alcune sanzioni prima di acconsentire alla ripresa dell’export di grano ucraino.
    Sul tema è intervenuta anche Ursula von der Leyen la quale ha ribadito la necessità di combattere attivamente la ‘disinformazione’ russa sulla crisi alimentare. La presidente della Commissione Europea ha affermato, in un discorso davanti al Parlamento Europeo, che “il cibo è diventato una parte dell’arsenale del terrore del Cremlino”. Per von der Leyen è in atto un “un assedio freddo, insensibile e calcolato da Putin ad alcuni dei paesi e delle persone più vulnerabili del mondo”.
    Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro Di Maio secondo il quale “la Russia, usando il cibo come arma di guerra, si sta macchiando di altri crimini, che si aggiungono alle atrocità già commesse sul suolo ucraino e che sono sotto gli occhi di tutti”. Per questo motivo Di Maio, intervenuto ieri al Dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla Crisi Alimentare, si aspetta da Mosca “segnali chiari e concreti, perché bloccare le esportazioni del grano significa tenere in ostaggio e condannare a morte milioni di bambini, donne e uomini lontano dal fronte del conflitto”.

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