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    Guerra in Ucraina, Draghi al G7: “Putin non deve vincere”

    Guerra in Ucraina, Draghi al G7: “Putin non deve vincere”
    In questi giorni, si sta tenendo il G7 tra le alpi bavaresi, un vertice che vede coinvolti Italia, Germania, Francia, Stati Uniti, Canada, Giappone, Gran Bretagna con la partecipazione della Commissione Europea e del Consiglio Europeo. I leader di queste potenze appaiono uniti sul fronte guerra, come emerge dalla dichiarazione ufficiale di supporto all’Ucraina del G7: “Siamo impegnati ad aiutare l’Ucraina nella difesa della propria sovranità e integrità territoriale perché possa scegliere il proprio futuro”.
    Tuttavia, osservando le singole dichiarazioni di ciascuno, si nota che i sette leader (più due) declinano in maniera diversa il loro sostegno a Kiev e la loro opposizione alle azioni di Mosca. Se c’è qualcuno che ha difficoltà a parlare di vittoria e a nominare esplicitamente il n.1 del Cremlino è Olaf Scholz. Il cancelliere tedesco ha affermato che il G7 è unito “al fianco dell’Ucraina” la quale continuerà a ricevere il supporto necessario, ma allo stesso tempo ha sottolineato la necessità di “evitare un conflitto tra Nato e Russia”. L’opposto del tono utilizzato dal presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, che su Twitter ha dichiarato che “il Cremlino va sconfitto in Ucraina. Incrollabile coesione del G7 in solidarietà con il popolo ucraino. Soldi, armi e sostegno politico. Tutti mobilitati per Zelensky e l’Ucraina”.
    Dello stesso tenore la presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, la quale in una intervista alla tv tedesca non si è detta contraria all’esclusione della Russia dal G20 in programma in Indonesia a novembre, anzi, ha affermato che sarebbe l’occasione “per dirgli in faccia quello che pensiamo. E poi dovrebbe anche prendere posizione”, in quanto per Von Der Leyen “la questione qui è se prevarranno le democrazie o se prevarrà l’aggressore”. Instancabile nella sua fermezza anche Boris Johnson: ai suoi colleghi riuniti in Germania ha ribadito che “ogni segno di stanchezza o indugio nel sostegno occidentale all’Ucraina sarà un favore diretto al presidente Putin”, secondo quanto riporta il Guardian. Il primo ministro britannico ha anche avvertito il presidente francese Macron che il tentativo di trovare una soluzione negoziata in questo momento rischia di prolungare l’instabilità locale.
    Biden, invece, non ha esitato a rivendicare tutte le azioni di contrasto messe in campo contro il Cremlino, tra cui dovrebbe arriva un divieto di importazione dell’oro russo. Infine Draghi. L’ex presidente BCE è noto per le prese di posizioni nette: “Noi restiamo uniti a sostegno dell’Ucraina. Se perde, tutte le democrazie perdono e sarà difficile sostenere che la democrazia è un modello di governo efficace. Putin non deve vincere”. Un’affermazione che in qualche modo conferma il fatto che l’Europa è direttamente interessata alla vittoria dall’Ucraina in quanto quella di Kiev sarebbe una vittoria della democrazia su un autocrate, sulla sua volontà di dominio. Come 80 anni fa, qualcuno direbbe.
    Redazione

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