MASCHERINE, RACCOMANDATE AL LAVORO FINO AD OTTOBRE
La mascherina rimane un dispositivo di protezione fondamentale da utilizzare negli ambienti di lavoro, soprattutto laddove non sia possibile garantire il distanziamento interpersonale, ma resta una mera raccomandazione
Il Governo ha via via varato disposizioni in un’ottica di allentamento, sino ad un totale abbandono di ogni restrizione volta a prevenire il contagio da Coronavirus. E sebbene i tempi bui dei DPCM varati uno dopo l’altro siano ormai alle spalle, certe misure hanno tardato ad abbandonare la scena. È il caso dell’obbligo delle mascherine nei luoghi di lavoro. I dispositivi, seppur meramente raccomandati nel settore pubblico, hanno continuato a rimanere obbligatori nel settore privato, anche dopo lo stop all’imposizione per tutti i cittadini nei locali al chiuso. Il motivo è dato dal fatto che le disposizioni sono regolate da intese e protocolli con le parti in causa. Tutto ciò aveva comportato l’estensione delle norme già precedentemente in vigore, anche per tutto il mese di giugno. Con la fine del mese è anche pervenuta la nuova bozza del protocollo di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del covid negli ambienti di lavoro, già discusso nei giorni scorsi dai sindacati e dalle associazioni dei datori di lavoro insieme al Ministero del Lavoro e della Salute. La sentenza finale è quindi arrivata: la mascherina resta “un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio”, soprattutto nelle fabbriche e negli uffici al chiuso condividi da più lavoratori e magari aperti al pubblico o dove comunque “non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative”. Cade l’obbligo quindi ma non la raccomandazione. E tra tutte, quella consigliata resta la mascherina Ffp2. Il nuovo protocollo, in vigore fino al prossimo 31 ottobre, precisa infatti che “L’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo facciali filtranti FFP2 rimane un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio, soprattutto nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative”.
Discrezionalità delle aziende
Le aziende potranno introdurre vincoli più stringenti, come già avvenuto con le precedenti versioni del protocollo, imponendo ai propri dipendenti di continuare ad indossare la mascherina Ffp2. Oltre a questo viene stabilito dal protocollo che il datore di lavoro debba assicurare la disponibilità di Ffp2 al fine di consentirne ai lavoratori l’utilizzo nei contesti a maggior rischio, in collaborazione con il medico competente, avendo particolare riguardo ai soggetti fragili sulla base di valutazioni ad hoc.
Prosegue lo smart working per i fragili
Il lavoro in smart working ha trovato grande impiego nelle aziende, soprattutto per quanto concerne il personale fragile. Nonostante si fosse tornati nella direzione del lavoro in presenza, la bozza del nuovo protocollo avverte che “pur nel mutato contesto e preso atto del venir meno dell’emergenza pandemica, si ritiene che il lavoro agile rappresenti, anche nella situazione attuale, uno strumento utile per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, soprattutto con riferimento ai lavoratori fragili, maggiormente esposti ai rischi derivanti dalla malattia”.
Andrea Fortebraccio