Regolamento de minimis: verso la revisione del massimale?
Aiuti di Stato: la Commissione ha aperto una consultazione sugli aggiornamenti del regolamento.
Il regime “de minimis” è stato introdotto dall’Unione Europea come strumento per regolare l’erogazione alle imprese di agevolazioni economiche da parte dello Stato e delle Amministrazioni Pubbliche.
L’Unione Europea infatti non permette agli Stati Membri di aiutare le imprese con sovvenzioni economiche, per non falsare il mercato e la concorrenza.
Nella fattispecie, il de minimis consiste in aiuti di piccola entità che non superano i massimali stabiliti e che pertanto sono esentati dall’obbligo di notifica alla Commissione Europea di cui all’art. 108, paragrafo 3 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, poiché si presume che queste agevolazioni non incidano in modo significativo sulla concorrenza e sul mercato.
Nello specifico, lo Stato e le varie Amministrazioni pubbliche possono erogare aiuti alle imprese entro il limite di determinati massimali, fissati in percentuale sugli investimenti e autorizzati espressamente dalla Commissione Europea. Ogni misura o bando di finanziamento pubblico deve essere infatti notificato alla Commissione stessa, fatta eccezione per aiuti di piccola entità, definiti, appunto, “de minimis”.
La Commissione ha lanciato una consultazione per invitare tutte le parti interessate a fornire un feedback sulla proposta di revisione del regolamento de minimis.
In base alle norme attuali, gli Stati membri possono concedere aiuti fino a 200.000 euro per beneficiario per un periodo di 3 anni, senza doverli notificare preventivamente alla Commissione per approvazione. Si ritiene che tale importo non abbia un impatto sulla concorrenza e sugli scambi nel mercato unico dell’UE e quindi non è considerato un aiuto di Stato. Le regole attualmente in vigore scadono il 31 dicembre 2023.
Le modifiche proposte mirano ad aggiornare l’attuale soglia de minimis, tenendo conto dell’inflazione passata e stimata per il periodo 2014-2030 e riflettendo i recenti sviluppi economici e l’impatto di due profonde crisi come quella correlata al Covid e quella legata alla guerra in Ucraina.
Inoltre, la Commissione ritiene di introdurre un registro obbligatorio dei beneficiari, con l’obiettivo di rafforzare la trasparenza per le parti interessate e gli Stati membri, riducendo al contempo l’onere amministrativo per le imprese.
La consultazione sarà aperta fino al 25 luglio 2022.
Si auspica una revisione del regolamento che innalzi considerevolmente il limite ora previsto, anche perché, sperando naturalmente in una rapida conclusione del conflitto russo-ucraino e in una definitiva uscita dalla crisi economica innescata dalla pandemia, il passaggio da regimi di aiuto straordinari come i due Temporary framework alle “ristrettezze” dei 200.000 euro in 3 anni rischia di togliere ossigeno alle imprese in una fase in cui sarebbe invece opportuno incentivarne il più possibile gli investimenti, soprattutto quelli innovativi.
Davide Bonetti per CENTRO STUDI SA FINANCE