Segnali positivi dalle Borse europee
L’andamento economico e finanziario, sempre più imprevedibile e variabile, dopo lunghe settimane nelle quali il baratro della recessione e dell’inflazione sembrava ormai inevitabile, in questi giorni fa intravvedere qualche raggio di sole.
I listini europei sulle principali piazze segnano andamenti positivi, complice il leggero calo – leggero ma significativo – del prezzo del gas verso quota 200 euro.
Anche lo spread mostra segno negativo.
La notizia che verosimilmente ha alimentato una ventata di ottimismo nei primi giorni di settembre è legata all’andamento in frenata del prezzo del gas (sceso del 17% da inizio settembre) grazie alla ripresa annunciata della fornitura di gas russo verso l’Europa attraverso la dorsale Nord Stream 1.
Certamente, una rondine non fa primavera e le minacce di inflazione, recessione, guerra in Ucraina non sono svanite nel nulla; alcuni analisti spiegano il rallentamento della corsa del prezzo del gas più come rimbalzo tecnico che come un segnale di cambio di direzione.
Anche le previsioni dell’occupazione in autunno non lasciano spazio a grande ottimismo se, come indica il rapporto sull’occupazione negli USA, i numeri sono peggiori delle stime previste dagli analisti.
L’andamento dei mercati finanziari rispecchia le preoccupazioni di cui la politica si sta occupando in queste settimane di dibattito elettorale. Anche l’agenda del tradizionale appuntamento a Cernobbio del forum Ambrosetti lo documenta: sistema fiscale, costo del lavoro, energia, sono i temi principali dei dibattiti previsti per i prossimi giorni tra politici, economisti e mondo della finanza.
L’andamento dei titoli a Milano rimarca la centralità dei temi di attualità e vede grandi protagonisti i settori tecnologici, energetici e della filiera agroalimentare. Il calo dello spread allenta anche la morsa sui titoli decennali. Anche il settore dell’automotive è in cerca di riscatto e fa segnare quasi il 10% di incremento delle vendite dei marchi italiani e il 16,5% della joint venture italo-francese Stellantis.
Sul mercato dell’energia, il petrolio è in leggera crescita, con oltre 94 dollari al barile, mentre il gas, come dicevamo sta scendendo sotto i 200 euro.
L’emergenza, dunque, concede una tregua, ma ad alimentare presagi negativi ci ha pensato Gazprom che, mentre riattiva in parte il canale principale di fornitura verso l’Europa (Nord Stream 1), ricorda al mondo che i flussi saranno periodicamente interrotti per esigenze tecniche. Vale a dire: vi teniamo per la gola almeno fino a quando non si deciderà delle sorti del conflitto russo-ucraino.
Settembre è un mese notoriamente “caldo”, e questo del 2022 non sarà diverso dai suoi predecessori, sperando che le scadenze ormai prossime dell’agenda politica e l’emergenza sanitaria meno pressante consentano ai leader politici europei di riportare in acque più tranquille la barca del Vecchio Continente.
Pietro Broccanello