Ue: proposta la sospensione dell’accordo di facilitazione della concessione di visti ai russi
La Commissione Europea ha proposto la completa sospensione dell’accordo di facilitazione dei visti Ue con Mosca. La presidente Ursula von der Leyen, dopo quasi sette mesi di guerra, ha affermato che “non può essere tutto come prima con la Russia”, mentre “la facilitazione del visto è un segno di fiducia, che la guerra di aggressione della Russia ha completamente infranto”. Ufficialmente, tale proposta nasce come risposta a “all’aumento dei rischi e delle minacce agli interessi di sicurezza dell’Unione e alla sicurezza nazionale degli Stati membri”, come si legge nella nota ufficiale.
Quali sono le conseguenze? Di fatto, i russi che richiederanno il visto per l’Unione dovranno sostenere costi più alti (da 35 a 80 euro) e soprattutto dovranno fare i conti con tempi di emissione del visto più lunghi oltre a dover presentare un numero di documenti maggiore. Ciononostante, gli Stati Membri avranno un “ampia discrezionalità” nel processare le richieste per un soggiorno breve, mentre i confini europei rimarranno aperti per certe categorie che viaggiano per “scopi essenziali” tra cui “giornalisti, dissidenti e rappresentati della società civile”.
La Commissione, inoltre, ha presentato un’altra proposta per non riconoscere i passaporti russi emessi nelle zone occupate dell’Ucraina. Toccherà ora al Consiglio esaminare e adottare tali proposte. Secondo i dati di Bruxelles, al 1° settembre circa 963.000 russi avevano in mano visti validi nell’area Schengen. Un’iniziativa, quella della Commissione Ue, che in qualche modo vuole testimoniare l’impossibilità di portare avanti relazioni normali con la Russia di Putin, anche se desta una certa preoccupazione che la von der Leyen abbia impiegato quasi 200 giorni per mandare un tale segnale.