Più di 3000 master post-laurea in Italia per trovare lavoro
L’offerta formativa delle università italiane conta ben 3.027 master di specializzazione post-laurea per l’anno accademico 2022/2023, molti dei quali hanno le iscrizioni ancora aperte. Un dato in deciso aumento rispetto a quello dello scorso anno, che ne contava 2,766. Con un netto incremento di quelli riguardanti il digitale e le tematiche green, i master offerti da università e istituti privati italiani spaziano su qualsiasi ambito per chi vuole trovare lavoro (o accelerare i percorsi di carriera) dopo gli studi.
Non si può certo dire che l’offerta di corsi di specializzazione e master post-laurea manchi in Italia. Secondo i dati raccolti dal Sole24Ore infatti i master in partenza per l’anno 2022/2023 sono più di 3000 e riguardano pressoché qualunque ambito e settore economico per chi, dopo aver terminato gli studi universitari, vuole “dare una spinta” al proprio percorso di carriera orientandosi fin da subito verso determinati ruoli e realtà lavorative.
Molti di essi, oltretutto, sono alla prima edizione quest’anno, segno dello spiccato interesse di università e istituti privati italiani nel garantire percorsi professionalizzanti mirati e di alto livello, visto che si conta un aumento di quasi 400 corsi rispetto all’anno scorso.
Dal design ecologico e rigenerativo al management dei sistemi ambientali, dalla digital innovation all’intelligenza artificiale per la pubblica amministrazione, e così via, se da un lato le tematiche green e il digitale contaminano sempre di più i programmi, non c’è praticamente settore che resti escluso per chi sia interessato ad approfondirlo.
La maggioranza dei master post-laurea rimane comunque tradizionalmente legata all’area economico-sociale e giuridica, con più di mille corsi, insieme all’ambito sanitario, mentre negli ultimi anni si è naturalmente impennata l’offerta legata ai nuovi ambiti lavorativi quali social media, marketing digitale e politico, nuove branche psicologiche eccetera.
I master sono suddivisi in quelli di primo livello (circa 1500) a cui si può accedere mediante la laurea triennale, e quelli di secondo livello (più di 1300) per i quali è necessaria invece una laurea magistrale.
Innovative sono anche, soprattutto dopo il Covid, le modalità di svolgimento, che prevedono nella maggior parte dei casi la frequenza online o blended (misto tra aula ed e-learning), mentre i costi (che sono notoriamente il principale motivo contro) non sono necessariamente eccessivi: nel 40% dei casi non superano i 3mila euro di iscrizione, mentre nel 27% dei casi stanno tra i 3 e 5mila euro, il 19% tra 5 e 10mila euro e il 13% supera i 10 mila euro. Tolti gli Mba, ad esempio, dove i costi possono toccare anche i 60mila euro di iscrizione.
Costi talvolta quasi folli, considerando soprattutto che si tratta di persone che hanno già studiato all’incirca per 10-13 anni, ma che non sono del tutto ingiustificati considerando ad esempio che la percentuale dei lavoratori a un anno dal conseguimento di un master è pari all’89%, rispetto al 74,6% dei laureati magistrali.
Poi rimangono, certo, molti temi caldi e su cui è sempre necessario discutere, come l’effettivo e proficuo utilizzo degli stage (curriculari ed extracurriculari) e il ruolo sempre meno rilevante delle università per chi si affaccia sul mondo del lavoro, ma una tale varietà dell’offerta formativa in Italia non può che essere una buona notizia.
Pietro Broccanello