Samarcanda: il primo incontro di Putin e Xi dall’inizio della guerra
Vladimir Putin e Xi Jinping si sono incontrati ieri a Samarcanda, città dell’Uzbekistan che si trova sulla Via della Seta, dove è in corso il meeting della Shanghai cooperation organization (Sco) che riunisce Cina, Russia, India, Pakistan, Kazakhstan, Uzbekistan (Paese ospitante), Tajikistan e Kyrgyzstan, e a cui si aggiungono altri Paesi in qualità di osservatori e altri ancora come partner. Un incontro che già in condizioni “normali” avrebbe attirato l’attenzione di tutti gli altri leader mondiali ma che alla luce della guerra in corso in Ucraina assume un significato particolare.
Il numero uno del Cremlino, infatti, è arrivato alla Sco decisamente più debole di quanto si aspettassero gli osservatori internazionali, a causa della fulminante controffensiva ucraina che ha permesso a Kiev di riconquistare migliaia di chilometri quadrati precedentemente occupati. Secondo quanto riportato da diverse agenzie di stampa, Putin avrebbe salutato l’omologo cinese con un “rispettabile compagno Xi Jinping e caro amico!”, a indicare la stretta vicinanza non solo dei due Paesi ma anche lo stretto legame che c’è tra i due leader.
Putin nel suo discorso ha ricordato l’incontro con Xi Jinping di sei mesi fa alle Olimpiadi invernali di Pechino, sottolineando che “in questo periodo sono accaduti molti eventi. Il mondo sta cambiando rapidamente, ma solo una cosa rimane immutata: l’amicizia tra Cina e Russia, i nostri buoni rapporti di un partenariato strategico globale nel pieno senso della parola: continuiamo a rafforzare queste relazioni”. Il presidente russo ha dato anche un numero per sottolineare la vicinanza tra i due Paesi, ricordando che la quota di accordi bilaterali tra Russia e Cina nelle valute nazionali “è aumentata al 27,5%”.
Da parte cinese, Xi Jinping ha dichiarato a margine del summit Sco che Pechino vuole lavorare con Mosca per “instillare stabilità ed energia positiva in un mondo di caos”. Putin e Xi sono accomunati dall’opposizione agli Stati Uniti e al “blocco occidentale”, anche se la Cina non ha mai esplicitamente appoggiato la guerra scatenata dai russi contro l’Ucraina. Anzi, secondo quanto riportato dal capo dell’ufficio della redazione del Financial Times in Russia, Max Seddon, l’autocrate russo avrebbe detto a Xi che la Russia “comprende le vostre preoccupazioni” sulla questione Ucraina.
Putin, d’altra parte, ha bisogno della Cina non solo come partner d’opposizione a Washington, ma anche in quanto quello cinese rappresenta un (enorme) mercato a cui vendere la quota di gas russo che prima andava all’Europa e che oggi risulta drasticamente ridotta. Tuttavia, mancano le infrastrutture per un invertire subito la direzione dei flussi di metano da occidente verso oriente. Motivo per cui ieri, durante un incontro Cina-Mongolia-Russia, Putin ha annunciato il “il completamento dei dettagli per la costruzione di un nuovo gasdotto verso la Cina” via Mongolia.