Gli Stati Uniti valutano l’invio di carri armati occidentali a Kiev
A quasi sette mesi dall’inizio della guerra, l’obiettivo di Kiev è evidente ed esplicito: liberare tutti i territori occupati dai russi, Crimea compresa. Un obiettivo che in verità il presidente Zelensky ha rilanciato più volte nel corso del conflitto ma che dopo la recente controffensiva delle forze ucraina non appare più così impossibile. Oltre alla campagna di disinformazione e all’accurata strategia del generale Oleksandr Syrskyi, uno dei punti di svolta nella reazione ucraina è stata la consegna di armi come i lanciarazzi Himars da parte degli Stati Uniti, un tipo di strumentazione che ha permesso di colpire in maniera chirurgica i russi senza esporsi eccessivamente all’artiglieria nemica.
Kiev è consapevole che le armi occidentali fanno la differenza e infatti continua a insistere sull’importanza della fornitura di strumentazione militare. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha ribadito in questi giorni che la controffensiva funziona e ciò significa che per sconfiggere Putin rimane essenziale poter contare sulle armi dell’occidente. E forse qualcosa si sta smuovendo al Pentagono. Durante un briefing, un funzionario della Difesa degli Stati Uniti ha affermato che l’ipotesi della fornitura di carri armati “compatibili con quelli NATO” all’Ucraina è “assolutamente sul tavolo”, anche se la consegna non avverrebbe a breve a causa di problemi con addestramento e manutenzione.
Nel frattempo, l’esercito di Kiev potrà contare su nuovi aiuti. La Slovenia, infatti, ha deciso di inviare 28 carri armati M-55S in Ucraina per sostenere lo sforzo bellico contro i russi. In cambio, Lubiana riceverà dalla Germania 40 veicoli da trasporto tedeschi, di cui 35 pesanti 8×8 autocisterne e 5 pesanti 8×8 cisterne d’acqua, nell’ambito di un accordo di scambio con Berlino.