Ucraina: al via i referendum-farsa nelle zone occupate
Sono cominciati i referendum promossi dal Cremlino nelle regioni ucraine occupate di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, che dureranno fino a martedì 27 settembre. La popolazione locale è chiamata a votare per l’annessione di questi territori alla Federazione Russa, mentre è ancora in corso la guerra e le truppe di Mosca sono state costrette a ritirarsi dal nord-est.
In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko ha parlato di “farsa” in quanto quello che sta succedendo non sarebbe altro che un tentativo di legittimare un’occupazione. “Che cosa farà Mosca di questa farsa? Nulla” ha affermato Poroshenko, “è come se domani dichiarasse che la Sicilia o Napoli sono Russia. Non cambierebbe niente”. L’obiettivo di Putin è abbastanza esplicito: annettere tali zone in modo tale che un eventuale attacco o tentativo di riconquista da parte degli ucraini possa essere considerato un attacco armato alla Russia
Anche l’Occidente considera tali consultazioni illegali e nemmeno la Cina è particolarmente entusiasta, anzi, Pechino ha criticato tali referendum e ha chiesto un cessate il fuoco. D’altra parte, non sembra che tali votazioni stiano avvenendo in un ambiente libero e trasparente. Come riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, ripresa da Rainews, in diverse città la popolazione è stata invitata dagli occupanti a votare vicino alle proprie case invece che presso i seggi elettorali, per ‘motivi di sicurezza’.
Il governatore ucraino in esilio di Lugansk, Sergey Gaidai, secondo quanto riporta il Guardian, ha affermato che coloro che si rifiutano di votare hanno ricevuto minacce: rischiano il licenziamento dal lavoro, mentre presso ogni seggio ci sarebbero uomini armati. Il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, ha twittato che “non c’è alcuna azione legale chiamata ‘referendum’ nei territori occupati”. Quello che sta accadendo “è solo uno spettacolo di propaganda per la coscrizione Z”, ricordando che ciò che serve è “la liberazione immediata del territorio dell’Ucraina”.