La Farnesina all’ambasciatore russo Razov: ferma condanna per i referendum farsa nell’Ucraina occupata
Mentre prosegue l’avanzata delle truppe di Kiev nei territori ucraini occupati dai russi, la Farnesina ieri ha convocato l’Ambasciatore russo Sergey Razov “nel contesto di un’azione coordinata con i partner dell’Unione Europea”, come si legge in un comunicato del Ministero degli Esteri italiano. Il Segretario generale della Farnesina, Ettore Francesco Sequi, ha esplicitamente condannato a nome dell’Italia i referendum farsa, “illegalmente condotti dalla Federazione Russa per annettere i territori occupati nelle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhia”, e ha esortato Mosca a revocare tali atti e ritirare completamente le sue truppe.
Il prossimo governo di centro destra manterrà lo stesso impegno a favore dell’Ucraina? Rassicurazioni in questa direzione sono arrivate dall’Ambasciatore Stefano Pontecorvo il quale, in un’intervista a La Stampa, ha dichiarato che il nuovo esecutivo “assolutamente non cambierà” la posizione dell’Italia che garantirà il sostegno a Kiev insieme agli alleati occidentali. Secondo Pontecorvo, non è in discussione l’allineamento atlantista ed europeista di Giorgia Meloni.
L’annessione russa di parte dell’Ucraina deve fare i conti, però, col fatto che gli ucraini continuano da avanzare in tali territori. Dopo la conquista di Lyman, città considerata strategica in quanto utilizzata dai russi come base per le operazioni nell’est del Paese, l’esercito di Kiev ha liberato anche Arkhanhelske e Myrolyubivka, nella zona di Kherson, secondo quanto riferito dal presidente Zelensky. Così Mosca si trova nella posizione di aver indetto dei referendum non riconosciuti da gran parte della comunità internazionale, i quali hanno portato all’annessione di territori che la Russia non controlla completamente. Per questo motivo ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha annunciato che le autorità russe ‘consulteranno’ la popolazione locale per decidere quali devono essere i confini delle regioni annesse (illegalmente) di Kherson e Zaporizhzhia, proprio mentre le truppe del Cremlino si ritirano da alcune posizioni e quelle ucraine avanzano liberando le città occupate.