CHIARENZA GROUP, DA OLTRE VENT’ANNI LEADER DEL SETTORE DELL’IMPIANTISTICA INDUSTRIALE
Oggi abbiamo incontrato Omar El Sherbini, General Manager di Chiarenza Group, azienda bresciana, con sede a Corzano (BS), che da oltre vent’anni opera nel settore dell’impiantistica industriale.
Buongiorno Omar, raccontaci un po’ di te.
Buongiorno a voi. Beh, che dire, la mia formazione è sostanzialmente tecnica: ho conseguito il diploma di geometra, dopo di che mi sono da subito buttato nell’ambito dell’imprenditoria, dedicandomi ad una realtà familiare che già era esistente. Da lì in poi sono cresciuto sino ad occuparmi in toto della gestione di Chiarenza Group.
Come nasce Chiarenza Group?
Chiarenza è stata fondata da mio padre e mio zio agli inizi degli anni 2000. L’impresa opera nel settore dell’impiantistica industriale e nasce dall’aspirazione di unire in un unico segno distintivo maestranze qualificate che con il loro saper fare si sono posizionate in un mercato competitivo che esige sempre più professionalità e servizio.
Nel 2018 sono stato inserito all’interno del comparto aziendale assieme a mio cugino, e da quel momentoricopriamo ruoli fondamentali per la crescita dell’impresa.
Oggi il mio primo ruolo in azienda è prevalentemente incentrato sul settore commerciale: ero incaricato di ricercare sul mercato le migliori realtà affinché la ditta potesse instaurare rapporti lavorativi solidi ed affidabili; con il passare del tempo il mio ruolo è diventato sempre più importante e fondamentale fino a ricoprire la posizione di General Manager di Chiarenza.
Nello specifico di cosa si occupa oggi l’azienda?
L’azienda si è sempre occupata di realizzare macchinari e impianti industriali di qualsiasi genere e su misura per singolo cliente. Qualsiasi progetto viene realizzato con tempi brevi ed elevati standard qualitativi grazie all’implementazione tecnologica e dell’industria 4.0 avvenuta negli ultimi anni.
Quali sono i traguardi più importanti che potete vantare?
Beh, senz’altro possiamo vantare una cresciuta continua che ci contraddistingue sin dalla fondazione; la soddisfazione di poter creare così tanti posti di lavoro è poi assolutamente impagabile, così come la collaborazione con le realtà più importanti nel settore nella zona in cui operiamo. Posso dire che abbiamo raggiunto tutti gli obbiettivi che ci eravamo preposti ogni anno, e soprattutto abbiamo superato il periodo COVID senza subire danni, anzi, dimostrando comunque di poter crescere nonostante le difficoltà del mercato.
Quali sono gli obbiettivi futuri?
Il nostro obbiettivo principale è quello di porci come leader del settore metalmeccanico ed impiantistico. Per attuare ciò stiamo investendo molto sull’implementazione tecnologica e soprattutto su macchinari 4.0 che sono veramente in grado di fare la differenza e che ci permetteranno di avere nuovi sbocchi su un mercato che è sempre stato in crescita e molto competitivo, ed esige sempre più professionalità con un nostro impegno costante di analisi nei confronti dello sviluppo. Questo ci permetterà di stare al passo con i tempi, sperando però che le istituzioni diano maggior sostegno alle imprese creando ad esempio bandi dedicati in grado di consentire un miglioramento sostanzioso sotto ogni aspetto, per far sì che le realtà Made in Italy possano sempre essere più competitive sul mercato mondiale.
Cosa ne pensi del rapporto con le istituzioni?
I problemi del nostro mercato penso che non si scoprano ora, dalla burocrazia all’ingente carico fiscale.
La burocrazia italiana sopratutto per le aziende è davvero molto esaustiva e dovrebbe essere snellita per consentire un’interagire più efficiente, ad esempio attraverso un riferimento unico per la maggior parte delle attività obbligatorie che si debbono svolgere, così da faciliterebbe l’operatività e risparmiare sotto molti punti di vista.
Inoltre, non posso che sottolineare la necessità di una riforma generale dell’istruzione: le aziende italiane hanno sempre più difficoltà nel trovare le figure adatte alle mansioni preposte. Le scuole, ad esempio, non sono al passo della transizione tecnologica e del cambiamento in corso e la ricerca di manodopera formata e specializzata risulta sempre un’impresa. Una dinamicità, una flessibilità ed un concentramento maggiore nell’alternanza scuola–lavoro semplificherebbe poi concretamente il rapporto con i neo-diplomati/laureati nell’interfacciarsi con le realtà imprenditoriali.
Parliamo del periodo che stiamo vivendo. Come vi state rapportando con i rincari dell’energia, e come avete potuto superare la crisi Covid?
La nostra realtà fortunatamente non ne ha risentito molto, anzi, abbiamo cercato di selezionare realtà che siano molto solide ed altre addirittura che abbiano tratto beneficio economico dalla pandemia e dalla crisi energetica. Basta pensare, alle aziende di sanificazione, ai macchinari di cogenerazione, ai produttori di dispositivi di protezione individuale, ad alcuni servizi sanitari e adad alcuni comparti del farmaceutico e dell’alimentare.
Per quanto invece riguarda la politica?
Potrebbe sicuramente fare di più per gli imprenditori.Personalmente penso poi che l’esempio del Circolo delle Imprese sia un ottimo strumento creato per far sì che diverse realtà del settore possano incontrarsi e in futuro collaborare sul piano lavorativo.
Chi decide di fare impresa si assume un ruolo di grande influenza nei confronti della società, soprattuto crea più posti di lavoro dà alla comunità una possibilità di sviluppo. È per questo che penso che la politica dovrebbe fare di più per l’impresa.
Grazie
Andrea Valsecchi