ROBERTO GOFFI, VICE-PRESIDENTE FIDAL LOMBARDIA RACCONTA I TRAGUARDI DELL’ATLETICA LEGGERA
L’Italia dello sport ci ha resi orgogliosi sin dalla notte dei tempi con traguardi importanti in ogni disciplina. Oggi vogliamo raccontarvi la storia di Roberto Goffi, bresciano, Vice-Presidente Fidal Lombardia, che con il suo costante impegno nel mondo dell’atletica leggera, ha portato il tricolore ancora più in alto.
Vice-Presidente Goffi, partiamo dalla sua passione per l’atletica leggera, da dove nasce?
Ho iniziato ad appassionarmi all’atletica leggera perché veniva praticata dai miei figli, ho mi sono avvicinato al settore e col tempo e ho deciso di spingermi oltre, visto tutto il bene che mi arrivava ogni qual volta accompagnavo i ragazzi alle gare. Lì ho ritrovato un amico di gioventù, Daniele Bianchi, l’attuale Presidente di Atletica Chiari, associazione di cui sono consigliere. 6 anni fa, poi, mi è stato chiesto di candidarmi come Vice-Presidente di Fidal Lombardia (Federazione Italiana di Atletica Leggera), ho accettato e sono stato il più preferenziato alle elezioni regionali. Oggi sto svolgendo il mio secondo mandato, oltre all’interessante incarico di fiduciario Coni Brescia e di Presidente di Spot&sport communication, un’associazione culturale che si occupa di organizzazione e gestione della comunicazione nell’ambito sportivo.
In cosa consiste, nello specifico, l’attività della federazione?
Sostanzialmente il nostro compito è quello di supportare le varie associazioni di atletica del territorio lombardo. La nostra Regione vanta oltre 50mila tesserati, siamo i più numerosi. Poi il nostro contributo è lo stesso: non ci sono associazioni di serie A o di serie B, per noi tutte sono importanti. Ma il nostro progetto non si ferma qui: stiamo aiutando atleti e società con delle borse di studio. Quest’anno ne abbiamo già donate 17 e altre vorremmo donarne entro Natale.
Sono numeri importanti per la Lombardia. Che ne pensa?
La Lombardia è la Regione guida in Italia per per l’atletica leggera. Abbiamo la fortuna di avere, a livello femminile, Atletica Brescia, che è la miglior società italiana, da 4 anni campione italiana indiscussa.
Ora cosa si aspetta dal futuro?
Vogliamo continuare il percorso intrapreso fin qui. Abbiamo ancora 2 anni di lavoro, e spero che si possano raggiungere tutti gli obiettivi prefissati. L‘aiuto e il supporto alle societànon verrà mai meno, vogliamo sempre essere al fianco delle associazioni nel percorso di crescita dei talenti, nello sviluppo dei giovani che sono il futuro dell’atletica leggera.
Riguardo lo sport in generale, crede che nel nostro Paese sia adeguatamente promosso e sostenuto o bisognerebbe fare di più? Inoltre quanto pensa siaimportante lo sport per la formazione di un ragazzo?
Nella crescita umana e sportiva lo sport è fondamentale.Sappiamo che il calcio è un po’ un mondo a sé, ma credo che gli sport cosiddetti “secondari” andrebbero maggiormente supportati. Questo perché i nostri ragazzi non sono incentivati a proseguire una vita agonistica dopo i 18-19 anni, quando chi termina il ciclo di studi delle superiori inizia l’Università o trova un lavoro. Servirebberodelle politiche mirate, con un appoggio maggiore al mondo sportivo, che non vuol dire dare soldi senza fare nulla, vuol dire studiare una programmazione dedicata, affiancata dalle Federazioni.
Come avete affrontato il periodo della pandemia?
Siamo riusciti a garantire gli allenamenti anche durante il lockdown per gli atleti di “interesse nazionale”. Quindi bastava essere interessati a partecipare ad una competizione che non si incorreva nella sanzione. Uno stratagemma, se vogliamo, che si è rivelato un volano fondamentale a mio avviso per arrivare a vincere le 5medaglie d’oro di Tokyo, battendo gli atleti di quegli Stati che per esempio non hanno permesso ai loro agonisti di allenarsi durante il lockdown.
Grazie.
Andrea Valsecchi