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    Ucraina: l’aiuto energetico di Bruxelles

    Ucraina: l’aiuto energetico di Bruxelles
    Sei mesi fa, Bruxelles e Kiev celebravano il fatto che l’Ucraina da fine giugno avrebbe potuto esportare elettricità in Europa, dopo aver allacciato la sua rete elettrica a quella dell’Unione. L’evento ebbe una certa rilevanza simbolica nella misura in cui nei Paesi dell’Ue infuriava il dibattito (ancora in corso) sugli alti costi dell’energia, esacerbati dalla guerra scoppiata a febbraio. Da questo autunno, con i massicci bombardamenti russi contro le infrastrutture energetiche ucraine, è Kiev a trovarsi a corto di elettricità con le autorità locali costrette a imporre continui blackout.
    Per questo motivo, negli ultimi tempi si sono moltiplicate le iniziative per aiutare gli ucraini a superare l’inverno. Ieri Ursula von der Leyen ha annunciato che l’Europa finanzierà fino a 30 milioni di lampadine led da destinare a Kiev. L’obiettivo è incrementare la capacità di risparmio energetico. “Quando 50 milioni di queste lampadine saranno distribuite con i nostri partner – ha scritto su Twitter Von der Leyen – si risparmierà 1 GW, la produzione annuale di una centrale nucleare!”. La presidente della Commissione Europea ha anche ricordato che Bruxelles ha già mobilitato 800 generatori.
    Nel frattempo, in Italia continua il dibattito sulle forniture di armi. In occasione di alcune comunicazioni al Senato sugli aiuti militari all’Ucraina, il ministro della difesa Guido Crosetto ha difeso l’operato del governo Meloni, definendo “incomprensibili” le polemiche mediatiche delle ultime settimane e sottolineando che l’esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia ha semplicemente dato seguito a scelte che “onorano accordi presi dai governi precedenti”. Crosetto ha successivamente spiegato che “in analogia con quanto avvenuto in altri Paesi il governo uscente ha deciso di secretare il contenuto di quei decreti sugli aiuti militari”, sottolineando che quando l’attuale esecutivo “deciderà di predisporre un sesto pacchetto di aiuti militari […], seguirà la stessa procedura”, relazionando il Copasir in merito ai contenuti di tale eventuale decisione.

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