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    Il 25 e 26 gennaio sciopero dei benzinai contro provvedimenti del governo

    Il 25 e 26 gennaio sciopero dei benzinai contro provvedimenti del governo
    Dopo i recenti provvedimenti del governo che hanno determinato un’ulteriore oscillazione del prezzo dei carburanti e, soprattutto, nuove misure e regole per i distributori, le associazioni dei gestori hanno indetto lo stato di agitazione della categoria e uno sciopero per le giornate del 25 e 26 gennaio. Ma Fazzolari risponde: “I provvedimenti del governo sono a tutela dei distributori”.
    Negli scorsi giorni le decisioni del governo – in particolare quella di eliminare gli sconti sulle accise sul prezzo dei carburanti – hanno portato a una nuova crescita dei costi di benzina e gasolio, con polemiche che sono nate sia in seno alla classe politica che (ovviamente) tra il popolo italiano. L’aumento dei prezzi del carburante tra la fine del 2022 e i primi giorni del nuovo anno sono manifesti e sotto gli occhi di tutti, tuttavia il governo ha motivato le sue scelte appellandosi al consistente calo del costo del petrolio a livello globale (nonché al fatto che l’eliminazione delle accise pesava enormemente sulle casse dello Stato).
    Ma a protestare in modo anche maggiore ora sono i benzinai stessi, che si sono ritrovati a fronteggiare nuove misure e potenziali sanzioni. È stato infatti introdotto l’obbligo per tutti i distributori di esporre il prezzo medio giornaliero nazionale calcolato dal ministero delle Imprese accanto al prezzo di vendita praticato, con sanzioni in caso di violazione che possono arrivare fino alla sospensione dell’attività da 7 a 90 giorni.
    Da cui è scattata subito l’indignazione di tutte le associazioni di gestori, che in una nota Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio hanno dichiarato: “Per porre fine a questa ‘ondata di fango’ contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio”. I provvedimenti del governo insomma non sono stati presi affatto bene da parte delle associazioni dei benzinai, che li hanno intesi (almeno secondo la loro lettura) come un’accusa a loro rivolta rispetto all’aumento dei prezzi dei carburanti, a cui era necessario dare una bella “strigliata”.
    Tuttavia non è questa la lettura che il governo ha dato rispetto alle proprie scelte, almeno per bocca del sottosegretario alla presidenza con delega all’attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari, il quale ha ribadito che i provvedimenti non intendono affatto incolpare o svantaggiare i distributori, quanto piuttosto limitare i fenomeni speculativi e quindi, di per sé, tutelare i benzinai stessi: “Ci dispiace enormemente che i distributori abbiano annunciato due giorni di sciopero il 25 e 26 perché, dicono, lo Stato incolpa i distributori dell’aumento della benzina”, ha detto. “I provvedimenti che il governo ha messo in piedi sono contro i fenomeni speculativi quindi a tutela dei distributori. La benzina non è a 2 euro e mezzo, nei distributori normali è a 1,8 euro circa, le misure sono tutte rivolte a mettere un freno a chi fa fenomeni speculativi. Le abbiamo immaginate a tutela dei distributori”.
    In ogni caso è previsto proprio in queste giornate un incontro tra le associazioni e il governo per un confronto, mentre dal canto loro i consumatori sono soddisfatti a metà perché, se da un lato apprezzano la richiesta di maggiore chiarezza dei listini dei carburanti, dall’altro chiedono di intervenire a monte, sulla formazione dei prezzi. Proprio oggi presenteranno le proprie proposte in un incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) Adolfo Urso, basandosi anche sul testo effettivo del decreto.
    In tutto ciò, dopo i ribassi registrati pochi giorni fa sui listini dei prezzi consigliati dei maggiori marchi, ieri la media nazionale dei prezzi praticati alla pompa era ancora in lievissimo ribasso. Nel frattempo, tuttavia, si rileva una brusca inversione di tendenza sui mercati petroliferi internazionali, con le quotazioni dei prodotti raffinati in forte rialzo: una circostanza che, se dovesse consolidarsi, avrebbe nuovamente effetti anche sui prezzi alla pompa nei prossimi giorni. Ciononostante l’eliminazione delle accise sulla benzina rimane un obiettivo indiscutibile del nuovo governo, un obiettivo “che sarà possibile raggiungere nel medio periodo quando le politiche economiche che verranno messe in campo faranno aumentare la crescita e la ricchezza della nazione”, come si legge in una nota di Fratelli d’Italia.
    Pietro Broccanello

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