Guerra, morte a Dnipro: sono oltre quaranta i civili ucraini uccisi da un missile russo
Alla fine della scorsa settimana, un missile che pesa quasi quanto sei Fiat 500 si è abbattuto su un palazzo a Dnipro, cittadina ucraina che sorge lungo il fiume Dnepr, a parecchia distanza dalla linea del fronte. Sei tonnellate di distruzione che hanno sventrato un edificio residenziale. L’ordigno faceva parte di una serie di missili russi che incessantemente da mesi colpiscono i civili ucraini, in maniera indiscriminata. La conta dei morti non è giunta a un numero definitivo, per ora ne sono stati ritrovati più di quaranta, tra cui cinque bambini. I feriti sono svariate decine. Almeno una ventina i dispersi.
Il vice-capo dell’ufficio del presidente ucraino, Kyrylo Tymoshenko, ha spiegato che “più di 200 appartamenti sono stati distrutti nell’edificio residenziale colpito da un razzo russo a Dnipro lo scorso 14 gennaio”. Secondo il ministero della Difesa inglese, molto probabilmente si è trattato di “un grosso missile anti-nave AS-4 Kitchen”, che per le autorità britanniche sarebbe “notoriamente impreciso quando viene utilizzato contro bersagli a terra poiché il suo sistema di guida radar è scarso nel differenziare i bersagli nelle aree urbane”.
Zelensky è tornato a fare appello ai leader occidentali con un messaggio su Telegram in cui ribadiva che ciò di cui gli ucraini hanno bisogno ora è una “una coesione ancora maggiore in tutto il mondo libero. E questo è l’unico modo per porre fine all’aggressione su vasta scala e al terrore totale. L’energia del mondo in lotta non deve indebolirsi”.