Andrea Agnelli di dimette dal Cda Exor e Stellantis
Dopo le dimissioni di Andrea Agnelli e di tutto il Cda della Juventus lo scorso 28 novembre, all’assemblea della società chiamata ad eleggere il nuovo direttivo, Agnelli ha annunciato la sua uscita anche dai Cda di Exor (la holding che controlla la società torinese) e Stellantis. La decisione è stata motivata dall’ex presidente bianconero con la volontà di affrontare il futuro “come una pagina bianca”. Si prepara dunque un nuovo capitolo, più complesso del previsto, del riassetto nella governance non solo della squadra ma di tutta la galassia Agnelli.
Nuovo colpo di scena in casa Juventus. Dopo l’avvio delle indagini e il rinvio del processo che riguarda la società torinese, tutti ricorderanno le dimissioni “in blocco” di Andrea Agnelli e di tutto il Cda lo scorso 28 novembre, motivate dai molteplici capi d’accusa che riguardano molti membri ai vertici dell’azienda. Come già noto, se le accuse dovessero venir dimostrate, Agnelli&Co. rischiano di incorrere in sanzioni molto pesanti, inclusa la possibile retrocessione della squadra fino alla Serie C.
E mentre si attende l’udienza preliminare prevista per il prossimo 27 marzo, proprio in una delle settimane più cruciali (con l’elezione del nuovo Cda) arriva un altro scossone che complica ulteriormente la già intricata situazione in casa Juventus e nella famiglia Agnelli.
All’ultima assemblea della società, chiamata appunto a decretare il nuovo direttivo, Andrea Agnelli ha annunciato la sua uscita anche dai Cda di Exor, la holding di proprietà degli Agnelli che controlla la Juventus, e Stellantis. La decisione è arrivata ancora una volta come un fulmine a ciel sereno, che non molti si aspettavano, ed è stata così motivata da Andrea Agnelli: “E’ una mia decisione personale, che ho preso d’accordo con John, con cui il rapporto rimane strettissimo, AjaY Banga e Tavares. E’ la mia volontà di affrontare il futuro come una pagina bianca”. Voltare completamente pagina, per ricominciare altrove o in altre modalità (ancora del tutto ignote), sembra quindi essere la principale priorità di Agnelli dopo i recenti avvenimenti.
Ci si avvia perciò verso una nuova fase, più articolata e complessa di quanto previsto, del riassetto nella governance della società bianconera e della galassia Agnelli. Nel discorso di addio pronunciato da Agnelli davanti ai soci è stato difficile nascondere il rammarico e l’emozione per una storia che durava da oltre 12 anni: “Oggi si chiude un capitolo della Juventus durato quasi 13 anni che oggi facciamo fatica a leggere. Non posso nascondere l’emozione. Il mio lavoro è stato quello di cercare di comprendere il contesto, indicare la direzione strategica della società. Quando parliamo di calcio, di cosa parliamo in realtà? il calcio fa parte dell’industria dell’intrattenimento, un’industria di 750 miliardi”.
In seguito Agnelli ha ribadito la convinzione (già espressa più volte) che il calcio europeo abbia bisogno di sostanziali riforme strutturali per distribuire e indirizzare i talenti (e quindi le finanze) in maniera più omogenea. Necessità, a detta sua, tuttora tralasciata da chi si occupa di decretare i regolamenti.
In tutto ciò, è però arrivato il via libera dell’assemblea dei soci della Juventus alla nuova governance del club. Con il voto favorevole del 99% del capitale presente, infatti, l’assise ha approvato la nomina del nuovo consiglio di amministrazione della società bianconera. I consiglieri saranno cinque, in carica per tre anni fino all’assemblea per l’approvazione del bilancio 2025. I membri del nuovo board, tratti dalla lista unica presentata dalla controllante Exor, sono Gianluca Ferrero, Maurizio Scanavino, Fioranna Vittoria Negri, Diego Pistone, Laura Cappiello.
Pietro Broccanello