Standing ovation per Zelensky al Parlamento europeo, ma Macron frena sui caccia
Ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato davanti al Parlamento Ue e lo ha fatto da europeo. L’Europa “è la nostra casa […] sono qui per difendere la casa del nostro popolo ucraino, di tutti gli ucraini che godono di questo retaggio comune, dello stile di vita europeo che qualcuno sta cercando di annichilire con una guerra totale”, ha dichiarato solennemente Zelensky. I russi, “dopo aver distrutto il modello ucraino vogliono distruggere il modello europeo, e noi non lo consentiremo”, ha aggiunto. Alla fine del suo discorso, il presidente ucraino e quello dell’Europarlamento, Roberta Metsola, hanno tenuto assieme la bandiera dell’Ue per poi cantare assieme i due inni, quello ucraino e quello dell’Unione.
Zelenksy ha ringraziato tutta la platea europea per le “forniture vitali di armi, munizioni, carburante e attrezzature per l’energia”, spiegando che “senza di voi non ce l’avremmo fatta”. Il presidente ucraino, tuttavia, il giorno prima aveva chiesto esplicitamente al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere tedesco Olaf Scholz di inviare a Kiev aerei da combattimento e missili a lungo raggio in quanto queste armi rappresenterebbero l’unico mezzo per cambiare il corso della guerra. Ma Macron esita. Ieri, a margine del Consiglio europeo straordinario, il presidente francese ha dichiarato che è necessario “valutare ciò che può essere inviato sul breve termine e corrisponde ai bisogni ucraini”, rispetto a prendere impegni su forniture che arriverebbero troppo tardi per far fronte a quella che in molto considerano un’imminente offensiva russa.