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    Tre anni e non sentirli

    Tre anni e non sentirli

    Per festeggiare il nostro terzo compleanno ci siamo divertiti a fare un esperimento. Nulla di illecito, ma con risultati molto interessanti. Davvero pochi di voi hanno indovinato la risposta. Solo un articolo su quattro è stato scritto da un essere umano, nel giornale di ieri. Gli altri sono stati prodotti dall’Intelligenza Artificiale di ChatGPT. Perché questo esperimento?
    L’Informatore nasce nel 2020 per dare voce agli imprenditori che aderiscono al Circolo delle Imprese. Una comunità di seimila partite IVA circa e qualche migliaio di eroi, da sempre in trincea. Comunemente ci chiamiamo tra noi “imprenditori” perché “martiri” era melodrammatico. Eppure, oggi, fare impresa è prima di tutto testimonianza (che dal Greco genera il martirio, appunto). Non solo per la componente stoica, di resistenza a un mondo ostile (burocrazia, tasse, conflitto sociale latente), ma soprattutto per la costante competizione cui ognuno di noi è sottoposto. E il primo nemico percepito, in questo campo, è sicuramente l’innovazione distruttrice. L’origine di questo concetto risale agli anni ’30 con Schumpeter, ma viene codificato nel 1985 ad Harvard. Se, di norma, il mercato innova a piccoli passi, talvolta accade che qualcosa che lo stravolge: i mulini industriali per la filatura della lana, il motore a combustione interna per i trasporti, Netflix per il mercato dei DVD.
    Questi stravolgimenti minacciano ogni settore e oggi spaventano molti più che mai. Non sempre sono positivi. Ma SONO. Esistono, fanno parte della vita. E se la signora Maria ha il sacrosanto diritto di preoccuparsi della farina di grillo nella pasta con le patate, quando una di queste tecnologie colpisce il NOSTRO settore economico, la paura è di perdere il lavoro di una vita. Di non riuscire a stare più a galla. Particolarmente se l’avversario contro cui ci battiamo non è umano. Dall’inizio della rivoluzione industriale in Inghilterra la paura di essere sostituiti da una macchina ha colpito gli operai. Ora lo stesso orizzonte attanaglia i professionisti. E domani toccherà agli imprenditori. Il capitale è, ormai, intermediato quasi sempre da algoritmi. Quando non lo è (si veda lo scandalo STX con Sam Bankman-Fried e la sua allegra combriccola di venditori di Bitcoin poliamorosi), ormai siamo portati a sospettare subito la fregatura. Eppure ci siamo sempre raccontati tra noi che da questo fato erano esentate le professioni creative.
    Gli articoli di ieri dimostrano che non è affatto vero. O meglio, che “essere creativi” è qualcosa di vagamente più complicato di quanto credevamo. Oggi, per “creativo” si intende chiunque scriva, modifichi una immagine, crei un audio. Ma questo articolo vi viene letto da una voce artificiale, l’immagine di copertina è gentilmente offerta da una mano artificiale e tre articoli ieri li ha scritti ChatGPT. Certo, il testo di questo pezzo è frutto di qualche mese di riflessione, un paio di decenni di esperienza e quasi quarant’anni di vita. Ma quanto durerà? La risposta è, al contrario di quanto si pensi, molto a lungo.
    Noi non vendiamo a dei robot. Noi, tutti noi, vendiamo ad esseri umani. Sia direttamente che indirettamente. Ci eravamo magari abituati ad essere valutati sulla nuda performance. Ad accontentarci dell’efficienza. Non durerà, questo no. Dovremo, per avere successo, riscoprire la passione. Anche in redazione qualche volta ci siamo accontentati. E questo articolo è una riflessione anche per noi. Non basta scrivere bene le notizie degli altri. C’è un nuovo attore sul mercato. E noi dobbiamo affrontarlo con coraggio, astuzia, passione e fantasia. Le macchine non sognano. Le macchine non vengono agli aperitivi del Circolo delle Imprese. Non sanno delle vostre storie. Non le possono raccontare come noi. La nostra missione è intatta, ma i comodi rifugi del passato ora sono trappole da cui rifuggire.
    Questa piccola storia spero sia di ispirazione a ciascuno di voi quando esce una innovazione potenzialmente distruttiva. Noi pochi, noi felici pochi, noi manipolo di fratelli accomunati da Partita IVA ed F24 siamo dei sopravvissuti. E sappiamo come si sopravvive. Supereremo questa e cavalcheremo l’onda. E anche la tigre, se servirà. Consapevoli che abbiamo rinunciato alle comodità del posto fisso accettando il pericolo nel nome del brivido dell’avventura. E del profumo terso della libertà.
    Buon compleanno a noi, dunque, buon 2023 a voi e buona fortuna a chiunque, anche oggi, si è svegliato sapendo che dovrà correre più veloce del mercato, della burocrazia e dell’innovazione tecnologica. Sapendo che perde solo chi si ferma. E gente come noi non si ferma. Mai.
    Luca Rampazzo

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