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    COME SPENDERESTI IL SUPERENALOTTO?

    COME SPENDERESTI IL SUPERENALOTTO?
    Gioco o non gioco? Se non gioco non vinco e se gioco… tanto vince qualcun altro. Ed ecco chi sono gli altri.

    Novanta fortunatissimi si sono divisi la bellezza di 371milioni di euro al Superenalotto, il montepremi che non si vinceva da due anni più alto che sia stato mai raggiunto al mondo. Ci consoliamo che l’intera incredibile somma non sia stata vinta da un unico giocatore con i solti 2 euro del resto delle sigarette, non per invidia ma per un senso di giustizia: chi troppo, lui, chi troppo poco, tutti gli altri.

    Il club dei novanta che hanno acquistato quote dello stesso sistema, si divide così una media di poco più 4 milioni a testa, cifra ragionevole per una vincita che cambia la vita senza condurre alla rovina o alla follia. Sembra infatti che vincere cifre troppo alte porti all’isolamento e alla solitudine per il timore di essere derubati e che gli amici, ogni volta che ci vengano a trovare con un vassoio di pasticcini, abbiano il doppio fine di trarre un beneficio economico dal cambiamento di stato sociale. Una recente ricerca ci fornisce un altro dato interessante e allo stesso tempo inquietante: l’87% dei fortunati vincitori della lotteria, ritorna “povero” entro 24 mesi! E ricordatevi che a godere delle sventure altrui si fa peccato!

    E noi come spenderemmo una vincita così importante? Quante volte ci siamo messi a fantasticare su questo tema in famiglia o con gli amici? Un’altra statistica ha messo in evidenza i desideri degli italiani in caso di vincita al gioco: “Come spenderebbero, uomini e donne tra i 25 e i 64 anni di età, un milione di euro?”

    Al primo posto troviamo il desiderio di togliersi lo sfizio del viaggio esotico prima ancora di pensare di ripianare debiti, chiudere il mutuo, fare investimenti per il futuro o comprare un monolocale alla suocera che attualmente vive in casa con noi. Il 47% ha dichiarato infatti di voler andare alle Maldive. E’ singolare che non si tratti di una destinazione generica, ma proprio delle Maldive, forse perché è più probabile incontrare Diletta Leotta o Raul Bova che si prendono qualche giorno di vacanza nell’arcipelago da favola piuttosto che in Groenlandia.

    Al secondo posto troviamo il tipico desiderio che è stato frustrato per troppo tempo. Il 16% smetterebbe di lavorare, magari sbattendo la porta dell’ufficio dopo aver vomitato anni di vessazione in faccia al proprio datore di lavoro, tanto che il 9,5% comprerebbe addirittura la società presso cui lavora solo per licenziare i propri superiori. Il 15,3% invece continuerebbe a fare lo stesso lavoro, ma certamente con un senso di leggerezza in più e senza temere di ricevere lettere di licenziamento.

    Poi c’è chi vorrebbe realizzare il sogno professionale della propria vita che per un motivo o per un altro non ha potuto scegliere. L’11,6% ha rivelato di voler cambiare lavoro per fare lo scrittore (il 25%), come se non ci fossero già abbastanza scrittori che in Italia probabilmente superano il numero dei lettori. C’è chi vorrebbe fare l’esploratore (il 14%), una scusa bella e buona per non dire di voler spendere i soldi per girare il mondo. Il ristoratore (il 21%). Chi nella vita non ha pensato almeno una volta di aprire un bar con musica dal vivo e belle cameriere per invitare gli amici senza considerare che il mestiere dietro al banco è uno dei più impegnativi e usuranti in assoluto? Tra i nuovi mestieri troviamo anche il bagnino, probabilmente più che per il piacere di vivere al mare e respirare iodio, per l’aumento esponenziale delle occasioni di incontri romantici sotto gli ombrelloni.

    Giovanni Zola

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