ELLY SCHLEIN O DEL NUOVO CHE ARRETRA
Ci siamo! Oggi, Domenica 26 febbraio ci saranno le elezioni primarie del Partito
Democratico in cui verrà scelto il nuovo segretario. Per dimostrare che alle primarie
parteciperanno un gran numero di cittadini potranno votare non solo gli iscritti al
partito, ma anche coloro che hanno almeno 16 anni, i cani ammaestrati e i cartelli
stradali. I seggi saranno persino all’interno di parrucchieri e kebab e questa non è una
battuta.
I due candidati sono Stefano Bonaccini, attuale presidente dell’Emilia-Romagna, e la
deputata Elly Schlein. I due hanno in comune valori, politiche sociali e la volontà di
rinnovare profondamente il partito, con la differenza sostanziale tra i due che lui ha la
barba e lei è bisex. I sondaggi danno Bonaccini in vantaggio di oltre 15 punti
percentuali, ma la Schlein potrebbe affermarsi come la sorpresa dell’ultimo momento
anche perché gli elettori di sinistra sanno che dentro al seggio elettorale Berlinguer li
guarda.
Elly Schlein sembra dunque essere il nuovo che avanza a sinistra, ma in sostanza non
cambia nulla nelle idee (poche) e nel metodo (anti democratico). L’idea di base è infatti
sempre la stessa: l’antifascismo. Il grande vantaggio di essere antifascisti è quello di
essere sempre e comunque dalla parte della verità e della giustizia. L’antifascismo è la
grande premessa che permette di essere antidemocratici senza vergogna.
Così la ragazza milionaria di sinistra può decidere chi sia degno o meno di
rappresentare le istituzioni al di là della volontà del popolo e del voto elettorale. Così
volano le richieste di dimissioni degli indegni. Ecco le prove: “L’unica sciagura per le
famiglie italiane è avere la seconda carica dello Stato che fa dichiarazioni omofobe,
sessiste, e nostalgiche dimostrando la totale inadeguatezza al ruolo istituzionale che
ricopre”. Così la candidata alla segreteria del Pd, Elly Schlein, in un tweet riferendosi
alle parole di Ignazio La Russa che si è permesso di affermare che se dovesse avere
un figlio omosessuale sarebbe dispiaciuto. Non si può avere un’opinione diversa dal
pensiero dominante.
O ancora: “Penso che un Governo che tace su un’aggressione squadrista e che
minaccia di punire una preside è un Governo che legittima quel metodo. Penso che
un ministro che ha giurato sulla Costituzione antifascista non dovrebbe più essere
ministro”, a proposito del ministro Valditara che si è permesso di definire
“inopportuna” la lettera antifascista della preside a riguardo degli scontri tra studenti.
Abbiamo poi scoperto che a iniziare gli scontri siano stati i pacifisti di sinistra che
poi, come al solito, si sono fatti passare come le vittime.
E infine: “Aspettiamo le dimissioni di Delmastro e Donzelli”, rispettivamente
sottosegretario alla Giustizia e vicepresidente del Copasir, sulla vicenda Cospito e
in difesa del 41bis che la sinistra tanto detesta quando va a colpire “i compagni che
sbagliano”. Nel caso di Cospito tra l’altro parliamo “solo” di un gambizzatore e
bombarolo che non ha ucciso nessuno! Insomma un bravo ragazzo.
Insomma Elly Schlein non propone niente di nuovo se non la prepotenza di chi in
nome dell’antifascismo si erge giudice e paladino della giustizia universale. In
definitiva tutto bene, il Partito Democratico, già in caduta verticale, non ha idee e
atteggiamenti nuovi capaci di rinnovarlo al proprio interno e agli occhi di nuovi
eventuali elettori. Non ci resta di augurare loro tutte le fortune per domenica 26 e
se andrà male si consoleranno con un buon kebab.