Russia: Putin vieta ai dipendenti pubblici di usare parole straniere
Per Putin, la guerra in Ucraina è una lotta contro l’Occidente e la Nato. Uno scontro militarmente indiretto (non c’è un solo soldato dell’Alleanza Atlantica che abbia sparato un colpo contro un soldato di Mosca) ma con ricadute reali anche per la popolazione russa. Oltre a dover fare i conti con le pesanti sanzioni economiche, i cittadini della Federazione dovranno stare attenti anche a come parlano dal momento che Putin ha firmato una norma che vieta l’utilizzo di parole straniere per i dipendenti dell’amministrazione statale.
La legge era stata già approvata dal Parlamento nazionale, la Duma, lo scorso dicembre e di fatto obbliga i dipendenti pubblici a non usare sul luogo di lavoro “espressioni che non corrispondano alle norme della lingua letteraria russa moderna”. Lo scopo del Cremlino è quello di proteggere la lingua russa dall’eccessiva influenza di altre lingue anche se ci sarà un’eccezione per quelle parole straniere che non hanno equivalenti in russo. A questo punto, si attende l’elenco di parole in lingua inglese, francese etc che è concesso utilizzare.
Questa è solo l’ultima iniziativa che limita la libertà di parola con cui i russi devono convivere. Da quando Putin ha invaso l’Ucraina, nei territori della Federazione Russa è vietato parlare di ‘guerra’, l’autocrate ha imposto la dicitura “operazione militare speciale”. Questa settimana, inoltre, la Duma ha discusso nuovi emendamenti che prevedono fino a quindici anni di carcere per chi diffama o discredita le forze armate russe ma anche altre formazioni ‘volontarie’ come i mercenari della Wagner.