PERCHE’ OCCORRE FARE MEMORIA
“Sul Coronavirus non bisogna creare allarmismi, perché la situazione è sotto controllo. Ci sono solo ventuno casi in tutta Europa. Stiamo parlando di numeri residuali”. Era il 3 febbraio 2020 e l’ottimo ministro della salute Roberto Speranza, ex assessore all’urbanistica, dall’alto della sua competenza, ci rassicurava sul pericolo, secondo lui inesistente, del Coronavirus. Ma non è solo. “Sul Coronavirus siamo prontissimi. Continuiamo ad aggiornarci con il ministro Speranza. Tutti i protocolli di prevenzione sono stati attivati. L’Italia in questo momento è il Paese che ha adottato misure cautelative all’avanguardia rispetto agli altri, misure incisive”. Era il 27 gennaio 2020 e l’avvocato del popolo nonché ministro del consiglio Giuseppe Conte, dall’alto della sua sapienza, ci rassicurava sul controllo del coronavirus.
19 marzo 2020. Esterno notte. Trenta camion dell’esercito in ordinata fila percorrono lentamente il percorso che va dal cimitero al casello dell’autostrada. Trasportano 65 bare che Bergamo non può più seppellire, che non riesce più nemmeno a cremare. I militari le scorteranno a Modena e Bologna, poi le ceneri torneranno dai loro cari. E’ l’unica processione funebre che la città può permettersi. Dalla finestra la gente guarda e piange.
6 aprile 2020. Il governo Conte attacca il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: lo accusa della mancata istituzione di una zona rossa ad Alzano e Nembro, attribuendo la responsabilità alla Regione. Risponde Calderoli: la Lega aveva chiesto la zona rossa a inizio marzo: “C’è una mia richiesta, ripresa da tutte le agenzie di stampa, del 7 marzo (…) senza contare una mia interrogazione parlamentare depositata in Senato il 29 gennaio, rivolta al ministro della Salute per chiedere maggiori misure di controllo e prevenzione in Lombardia. Il governo ha perso un mese, a febbraio, per prevenire il contagio e poi ha deciso di temporeggiare per giorni sulla zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro. La Lombardia sta pagando sulla sua pelle, sulla pelle dei suoi cittadini, gli errori commessi da chi aveva le responsabilità di decidere a livello nazionale: li stiamo pagando noi, con i nostri morti.”
5 dicembre 2021. Il piano pandemico del 2006 risulta non essere stato aggiornato. Però l’Italia non è impreparata: anche il vecchio piano pandemico sarebbe stato utile, meglio affrontare il Coronavirus come fosse una pericolosa influenza che non fare nulla. E invece i vertici del ministero e dell’Istituto superiore di sanità non solo hanno trascurato i processi già previsti in caso di emergenza, ma addirittura hanno secretato il piano per timore che qualcuno contestasse la scelta di ignorarlo. Ingiustificabile è lo sforzo profuso nei due anni successivi per occultare le responsabilità, per cercare di tenere segreto il più possibile (il governo Conte non voleva pubblicare i verbali del Cts), per dare nelle occasioni pubbliche versioni sui fatti che poi si sono sgretolate all’esame dei magistrati. Dagli articoli di Francesca Nava che Giuseppe Conte raccontava versioni false sulle riunioni sulle zone rosse, le date sui verbali delle riunioni erano diverse da quelle che indicava nelle interviste.
Stacco. 2 marzo 2023. L’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza sono indagati per reati gravissimi dalla Procura di Bergamo: epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio. I presunti reati si riferiscono al periodo tra il 26 febbraio e il 5 maggio del 2020 e si presume che migliaia di morti potevano essere evitati.
Finale. La procura di Bergamo indaga su ciò che non è stato fatto, sarebbe doveroso indagare anche su quello che venne fatto nei mesi successivi. Perché occorre fare memoria dei diritti alla libertà, al lavoro e alla dignità che sono stati calpestati in nome della ideologia di sinistra.
Giovanni Zola