GRILLI, LOCUSTE E ALTRE PRELIBATEZZE
Quindi il 23 gennaio 2022 l’Efsa, l’autorità per la sicurezza alimentare europea, ha dato il via libera a quello che chiamano “Novel Food”, perché chiamarlo cibo a base di vermi, grilli, terme e locuste faceva brutto. Per aggirare l’impatto di disgusto che il bianco europeo retrogrado e fascista potrebbe avere all’idea di nutrirsi di insetti, l’Unione Europea ha pensato di introdurre le farine di questi simpatici animaletti senza doverceli far trovare direttamente nel piatto interi con tutte le loro antennine, alette e occhioni teneroni.
Della categoria di insetti commestibili fanno parte in particolare il verme minore della farina e il grillo domestico (il classico grillo di compagnia che portiamo fuori al guinzaglio tre volte al giorno per fargli fare i suoi bisogni). Le tarme della farina e le locuste sono il terzo e il quarto insetto che potranno circolare sulle tavole dei cittadini europei. Ma altre otto richieste sono in attesa di approvazione anche se non vogliamo indagare ulteriormente di quale tipo di blatte, scorpioni o ragni si possa trattare. Praticamente i locali che una volta sarebbe stati chiusi immediatamente per la presenza di insetti in cucina diverranno ristoranti stellati e se troveremo un insetto nella minestra non potremo più rimproverare il cameriere ma solo complimentarci per il gentile omaggio della casa.
L’autorità europea ci ha spiegato che la farina di grillo domestico potrà essere utilizzata nei panificati (pane, cracker, grissini), nelle barrette ai cereali, nelle pre-miscele secche per prodotti da forno, nei biscotti, nelle salse. Ma anche nei prodotti trasformati a base di patate, nei piatti a base di leguminose e di verdure, nella pizza, nei prodotti sostitutivi della carne. Nelle bevande tipo birra e nei prodotti a base di cioccolato. Al momento sembra che si salvino dalla contaminazione la carne e il pesce accompagnati da un ottimo calice di rosso piemontese o di bianco veneto. Grazie a Dio!
Ma perché dovremmo nutrirci con farine di insetti? Gli esperti purtroppo sono concordi. Grilli, vermi della farina e locuste sono da considerarsi un’opportunità per ampliare il menu di alimenti, sia per l’uomo che per gli animali. La combinazione di nuovi e vecchi alimenti concorrerebbe a una dieta varia, salubre e a minor impatto ambientale! Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), il consumo di insetti contribuisce positivamente all’ambiente, alla salute e al sostentamento.
Queste considerazioni potrebbero valere per la maggior parte dei Paesi del mondo le cui popolazioni si nutrono di piatti unici a base di patate, wurstel, crauti, pesce fritto e patatine, ma non per l’Italia. La famosa dieta mediterranea non ha bisogno di essere arricchita dalle proteine contenute nella farina di insetti. E’ così ricca, varia ed eccellente da essere completa e da fare invidia al mondo intero. E se fosse proprio l’”invidia” la chiave di lettura corretta di questa operazione?
Il dubbio sorge quando alcuni scienziati sollevano il dibattito, ad esempio, sul vino, demonizzandolo come altamente nocivo e arrivando ad affermare che “chi beve ha il cervello piccolo”! Naturalmente parliamo degli stessi esperti che hanno affermato tutto e il contrario di tutto riguardo alla pandemia, ai vaccini e al Green Pass, guadagnando la stessa credibilità di un Fedez che dibatte sulla “Critica della Ragion Pura” di Kant.
Per fortuna la maggior parte degli italiani, afferma la Coldiretti, “non porterebbe mai a tavola gli insetti”. Secondo una sua indagine “il 54% degli italiani sono proprio contrari agli insetti a tavola, mentre sono indifferenti il 24%, (i 5 stelle che non sanno cosa sono gli insetti), favorevoli il 16% (quelli del PD) e non risponde il 6% (il telefono evidentemente era occupato). Forse c’è ancora speranza per questo mondo, forse.
Giovanni Zola